Monumenta funerary: nadgrobni spomenici od XV. do XIX st. s područja Razinštine ; [katalog izložbe]
Gespeichert in:
1. Verfasser: | |
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Format: | Buch |
Sprache: | Croatian |
Veröffentlicht: |
Pazin
Muzej Grada Pazina
2013
|
Schlagworte: | |
Online-Zugang: | Inhaltsverzeichnis Abstract |
Beschreibung: | Zsfassung in dt., engl. und ital. Sprache |
Beschreibung: | 111 S. zahlr. Ill. DVD-R (12 cm) |
ISBN: | 9789539841094 |
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RIASSUNTO
Gli studi del patrimonio dei monumenti funebri appartenenti al periodo tra i secoli XV e XIX sono stati eseguiti nel territorio della città di Pisino e dei Comuni di Montona, Caraiba, Antignana,
S. Pietro in Selve, Cerreto, Lupogliano e Gallignana. Nel ricordo storico, nel sopraccitato periodo, quest area, fino alla caduta della Repubblica di Venezia awenuta nel 1797, era suddivisa fra quest ultima e l Austria. All lstria austriaca apparteneva la Contea di Pisino (amministrata dal Ca-pitanodi Pisino), o permaggiorchiarezza la Contea d lstria quale fattore politico che comprendeva tutta Tarea istriana austriaca, con riferimen-to al gruppo dei territori ereditari , alie Signorie feudali e possedimenti minori: la Signoria di Lupogliano (con Gorenja e Dolenja Vas, Semich e Lesiscina), la Signoria di Gherdosello, la Signoria di Passo - Gradigne, il possedimento di Gologorizza e i beni monastici di S. Pietro in Selve.
Dell odierno territorio Pisinese, appartenevano a Venezia le localité di Montona, Caraiba, Grimalda, Montreo, parte di Zumesco e Draguccio. Nel corso dei secoli XII e XIII Venezia estese progressivamente i suoi do-mini all lstria costiera occidentale e fino a Fianona sul versante orientale. Successivamente entrarono nell orbita veneziana anche altre localité dell entroterra istriano. Montona (con le 14 ville annesse) e Caraiba si sottomisero a Venezia nel 1 278, Grimalda nel 1420, Montreo e parte di Zumesco nel 1535 (il confine, rappresentato dalla chiesa di confine tra la parte veneziana e quella austriaca dell lstria, passava per il centro del paese) e Draguccio - che nel 1350 era stato annesso alia Contea di Pisino , passo nel 1523 sotto il governo di Venezia.
È grazie alle lapidi sepolcrali, dei secoli che vanno dal secolo XV al secolo XIX, che nomi di numerosi esponenti delle classi sociali di allora sono stati estratti dall oblio e tutelati dalla cultura materiale. Per questa ragione dette lapidi assumono un valore culturale (artistico-artigianale) e storico.
Nel corso dei secoli, nell ambito della cultura cristiana occidentale la sto-ria delle sepolture ha vissuto tutta una serie di mutamenti sia dei luoghi
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MONUMENTA FUNERARY - NADGROBNI SPOMENICI OD XV. DO XIX. ST. S PODRUCJA Pazinstine
che delle modalité di segnalazione del luogo del tumulo. Nel medioevo la vita dei cristiani era continuamente permeata dal pensiero della morte, non soltanto a causa dell escatologia cristiana, secondo la quale la morte era la prima delle quattro ultime cose (morte, giudizio, paradiso, inferno), cid a causa delle terribili epidemie di peste e della funzione ci-miteriale assunta dalla chiesa (accanto alia funzione principale di luogo sacro, riservato alie funzioni religiose), fino alla fine del secolo XVIII, cioé fino all emanazione del divieto legale di sepoltura al loro interno, poiché nell Alto Medioevo si era diffusa la consuetudine di tumulare i cristiani attorno alie sepolture ed alie cappelle dei martiri. Da qui l uso di sep-pellire (sopratutto o esclusivamente gli abbienti) nelle chiese o attorno ad esse, particolarmente diffuso nel medioevo, quando si diffondono due tipi di lapidi sepolcrali: quelle che coprivano il tumulo a livello del pavimento della chiesa, e le tombe, cioè i monumenti funebri simbolici, formalmente simili agli antichi sarcofaghi, sotto le quali riposavano i de-funti. Nel basso medioevo si sviluppo un particolare tipo di epitaffio edi-ficato nei muri delle chiese, dei chiostri o dei monasteri, i quali non erano soltanto segni indicanti le tombe, ma pure lapidi-rlcordo con il compito di custodire la memoria e la gloria del defunto.
II patrimonio dei monumenti funebri del periodo dal secolo XV al XIX nel l area Pisinese è formato quasi esclusivamente da lapidi sepolcrali. Queste sono evidenziate nelle chiese parrocchiali e cimiteriali, sopra le sepolture, in misura minore asportate dalla pavimentazione e secon-dariamente poste ( esposte ) nelle loro mura o negli spazi antistanti esterni, oppure in spazi esterni attorno alie chiese. Tra queste si nota in particolare il monumento a forma di sarcófago di Barbara Walderstain o Walterstain presso la chiesa cimiteriale di S.Vito a Passo.
Le lapidi sono di pietra (molto spesso locale, ad esempio arenaria o calcare), o di marmo. Anche se non d sono noti gli artigiani o le botteghe di loro provenienza, possiamo supporre che quelle più rappresentative simboleggino la supériorité ¡ntellettuale ed económica degli apparte-nenti ad un dato stato sociale, ed il livello superiore delle capacité rag-giunte da alcuni maestri (ambulanti) stranieri, mentre I opus rusticum era
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costituito dai lavori degli artigiani locali. Un usuale grafía scalpellina op-pure il più frequente uso di motivi particolarí su di una serie di lapidi (ad esempio di Montona o di Bogliuno), sono determinanti per addebitarle ad una localité, una bottega o un artigiano in una data localité.
Su un importante parte di questo patrimonio ci sono degli evidenti danni, dovuti, negli spazi interni delle chiese alla tipología délia pietra, aile condizioni microclimatiche, all uomo, e negli spazi aperti all intorno delle chiese aile attività atmosferiche. Negli interni, i danni sulle lapidi (le macchie hanno coperto e spesso distrutto le scritte e i rilievi, su di alcune lo strato litico è asportato) sono la conseguenza delle condizioni microclimatiche, del cammino secolare e delle altre attività umane (per esempio nella chiesa délia BVM délia Sacra Corona - Madonna del Rosario, dal pavimento è stata asportata la lapide, sostituita da lastre, sono State consérvate soltanto le travi litiche in cui era deposta. In questo paese, nella chiesa parrocchiale di S. Croce, il vecchio pavimento con le lapidi è stato coperto dalla nuova pavimentazione). Una parte delle lapidi sistémate sulle pavimentazioni antistanti le chiese, o meglio negli spazi aperti, è illeggibile a causa dell azione degli agenti atmosferici - la pietra si sfalda, è danneggiata dai licheni, ha delle fenditure ed è rotta in varie sue parti. É necessario ricordare pure che una parte delle lapidi è inaccessibile perché coperta dai pesanti arredamenti e dalle attrezzatu-re ecclesiastiche.
II patrimonio delle lapidi funebri pud essere classificato in più gruppi e sottogruppi tipología secondo i concetti relativi alia forma e ai conte-nuti. Una suddivisione primaria puo essere fatta per lapidi con epitaffi e rilievi, oppure con gli stemmi (accoppiati) o altri incisi a poca profondité, per lapidi con epitaffi e rilievi ornamentali solo sui pilastri litici in cui sono deposte, per lapidi con epitaffi e per lapidi prive di alcun segno identi-ficativo.
Per quanto riguarda la sistemazione stilistica, l importanza maggiore hanno le lapidi con stemmi, e cid soltanto quelle di maggior qualité, e di realizzazione minuta perché accanto alia concezione compositiva e
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ornaméntale applicata proprio nella realizzazione dedo stemma si indi-vid uano maggiormente i livelli di cambiamento di stile, mentre gli scal-pellini che hanno elabórate le lapidi rustiche con stemmi stilizzati o altri rilievi non seguivano alcune linee stilistiche di guida, e non si appog-giavano alie realizzazioni dei periodi precedenti, per cui questa classe lapídea é determinata dalle stesse caratteristiche delle lastre rappresen-tanti le attrezzature agricole. Anche le lapidi sepolcrali aventi stemmi realizzati qualitativamente non presentano uno sviluppo lineare . Come nelle altre strutture, anche su di esse si nota la tendenza duratura della vecchia tradizione, con uno sviluppo ritardato rispetto all attualitá e la coesistenza di vari stili. Le manifestazioni anacronistiche (rispetto al tempo di realizzazione) si esternano nell applicazione di singoli elementi dei periodi precedenti (per esempio su di alcune lapidi del XVII secolo si no-tano delle reminiscenze gotiche), nell esistenza duratura della tradizione rinascimentale, oppure nella mescolanza di concetti elementan nuovi e vecchi ed in molti casi la data dell esecuzione non é coerente con lo stile recente.
Dal punto di vista stilistico c¡ sono poche manifestazioni nitide. Sono appartenenti alio stile gotico le lapidi funebri del secolo XV Anche se in modo sporadico, puré negli esempi piü tardivi si notano elementi gotici del secolo XVI. Sono definite dallo stile concettuale rinascimentale. In singoli casi si intersecano elementi rinascimentali e manieristici. Dal secolo XVII é evidente la penetrazione barocca, che si rafforza nel secolo XVIII. L opus rusticum consta delle lapidi sepolcrali degli zupani contadini, dei sacerdoti (parroci) e dei braccianti. Sono caratterizzati da incisioni poco profonde o da disegni accoppiati delle insegne sacerdotali, da strumenti agricoli e spesso da scritte glagolitiche. Questo strato scultoreo si é svi-luppato indipendentemente dalle correnti artistiche e con la sua forma morfológica é distinto da sigle„senza tempo e autoctone. Caratteristica comune di tutti i monumenti funebri sono i rapporti strutturali tra le singóle partí. Si nota una parte con rilievi artistici con rappresentazioni che é sempre chiaramente divisa dal tratto testuale di modo che non si giunge mai a un intreccio di queste partiture di valore equo.
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L epigrafia sepolcrale è di maggiore diffusione sulle lapidi dei notabili ecclesiastici e civili, ¡n maggior parte scritta ¡n latino ¡n lettere maiuscole con le caratteristiche legature ed abbreviature, mentre sulle lapidi dei braccianti è scritta in latino ed ¡n glagolitico. Il nome del defunto è af-fiancato dalla sua posizlone sociale, la professione e ¡I titolo, e gli epitaffi spesso indicano pure il nome di colui che ha ordinato la lapide-monumento. Le date, se cio non è dato per iscritto, non devono per forza indicare l anno délia morte, perché esse sono State poste sul tumulo ín seguito e molto spesso sono State ordinate prima délia morte. I testi sono realizzati in caratteri romani, sulle piastre dei braccianti spesso in numeri arabi e lettere glagolitiche. L epigrafia sepolcrale ha importanza documentaría, partecipa alla definizione della topografía storica e con le altre fonti completa l immagine storica e culturale dello spazio e del tempo. Con la loro plurlsecolare conservazione, le lapidi testimoniano del grande numero di famiglie e dei loro membrl che nei vari settori hanno lasciato importanti tracce in quest area: Schuel, Mojsjevic, Che-rano, Barbo, Mosconi, Scampicchio, Pamperg, Rampelli, Polesini. Inoltre essa è importante anche dal punto di vista antroponimico, onomástico e toponomástico.
Nel patrimonio delle lapidi sepolcrali evidenziate, non ci sono manife-stazioni brillanti a parte qualche singólo caso. Gran parte degli esempi appartiene alla produzione artigianale, ma per ¡I valore documentario essi si ímpongono quale elemento importante nella ricostruzione storica e sociale dello spazio e del tempo.
I monumenti funebri (lapidi funerarie) dal secolo XVI al XIX sono importanti dal lato culturale (artistico-artigianale) e storico. Si tratta di tracce materiali - ricordo di numerosi esponenti degli strati sociali di allora. Daifas petto artístico essi sono defin ¡ti dalla concezione fórmale, da quello storico dagli stemmi e dalle epigrafi con i nomi dei defunti, le date della morte, la posizione sociale, l onore, la professione ed il titolo, con cui partecipano alia ricostruzione della topografía storica, completando in questo modo l immagine storica e culturale dello spazio e del tempo.
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MONUMENTA FUNERARY - NADGROBNI SPOMEN1CI OD XV. DO XIX. ST. S PODRUCJA PAZINSTINE
MONUMENTA FUNERARY Gravestones from the 15th Century until the 19th Century in the Pazinstine Area
SUMMARY
Research in the field of gravestone memorials from the period from the 15th to the 19th century was undertaken in the area of Pazinstine, which is the area of the town of Pazin and its municipality: Motovun, Karojba,Tinjan, Sv. Petar u Sumi, Cerovlje, Lupoglavand Gracisce. In historical terms, in this period this area up until the fall of the Venetian Republic in 1797 was divided into Austrian and Venetian parts. The Austrian part of Istria belonged to the Pazin County (Pazin-ska knezija) (the area under the administration of the Pazin Captain) or the Istria County (Istarska knezija), which is a political term and covers the entire area of Austrian Istria, meaning the group of inherited land and small estates and properties: Gospostija Lupoglav (which included Gorenja and Dolenja Vas, Semici and Lesiscina), Gospostija Grdoselo, Gospostiju Paz - Gradinje, the property Gologorica and the monastery property Sv. Petar u Sumi.
With the present day area of Pazinstine, the Venetian domain also included Motovun, Karojba, Grimalda, Muntrilj, part of the area ofZamaskand Draguc. In the 12th and 13th centuries Venice gradually took over the entire coastal belt of western Istria to Plomin on the east coast of the peninsula, later some other places in inland Istria also came under Venice. Motovun (which had 14 villages under it) and Karojba were under Venetian rule from 1278, Grimalda from 1420, Muntrilj and part of Zamask from 1535, (the border line between the Venetian and the Austrian parts of Istria ran through the middle of the village) and Draguc, which in 1350 was joined to the Pazin County and from 1523 was under Venetian rule.
Gravestones from the 15th the 19th century have preserved from oblivion and provided a material trace of the names and status of many examples of the social environment of that time, and are important from a cultural (artistic and craft) and historical point of view.
Over the centuries of western Christian culture, the history of burial passed through a series of changes in terms of the place and manner, and how the site of burial was marked. In the Middle Ages, the life of men was constantly permeated with thoughts of death, not just because of
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Christian eschatology, in which death was the first of the four last things (death, judgement, heaven, hell), but also because of the terrible plagues, and also cemetery function of churches (along with the basic function of sacral premises of holding public worship services) up to the end of the 18th century, that is, when it was prohibited by law to bury people in them. That is to say, in the early Middle Ages the custom developed of burying Christians around the graves and chapels of martyrs, and from this custom the custom of burial in churches developed (especially or exclusively of prominent people), and around churches, which became particularly widespread in the Middle Ages, when two types of gravestone developed: gravestones that covered the grave itself and set in the floor of the church, and tumbe, symbolic gravestones, in a shape similar to an ancient sarcophagus, but the dead were not laid beneath them, but in a grave, or crypt below. In the later Middle Ages a special form of epitaph developed which were built into the walls of the churches, cloisters or monasteries, and which were not just signs denoting the site of graves, but also memorial plaques, whose task was to preserve the memory and fame of the dead.
The collection of grave monuments from the 15th to the 19th century in the area of Pazinstine almost entirely consists of gravestones. They have been recorded in parish and cemetery churches, above graves, to a lesser extent they have been removed from the floor tiles in churches and secondarily built in to their walls or stored ( exhibited ) in the external area around the churches, and a small number have been moved to other buildings. This collection includes especially the grave monuments in the form of a sarcophagus of Barbara Waldstain or Walterstain, located in the cemetery chapel of Sv.Vid in Paz.
Gravestones are made of stone (often from local types, such as for example sandstone and limestone) and marble. Although the masons or workshops are not known who made these gravestones, we may assume that the more impressive gravestones which reflect not just the intellectual and economic capacities of the establishment but also a higher or very high level of masonry skills, the work of foreign (travelling) master
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craftsmen, whilst the opus rusticum are the work of local masters. A similar masonry style or the frequent use of certain motifs in a group of gravestones (for example from Motovun and Boljan) demonstrate that they originate from a certain locality, workshop or mason in certain places.
A significant number of these works show damage, caused in the closed spaces of churches by the type of stone, the microclimate conditions and the work of man, and in open spaces by the church, by the atmosphere. In the interiors of churches damage to some gravestones is the result of microclimate conditions (stains have covered or often destroyed inscriptions and relief, and on some a layer of stone has peeled off), many centuries of people walking over them, and other activities of man (for example in the Church of the BVM of the Holy Rosary in Draguc, a gravestone was removed from the floor and replaced by a stone slate, and only the stone beams on which it was exhibited remain in that village, in the parish church of St. Cross of the old tiles and gravestones they are covered with new church tiles...). Some gravestones that have been moved from the tiles in front of churches, or the outside space around churches are illegible due to the effect of the weather - the stone is flaking, it has been damaged by moss, it is cracked and broken in several places. It should be mentioned that some of the stones are inaccessible because they are covered by heavy pieces of church furniture, or church equipment.
Formed by the concepts and content of elements of patrimony, gravestones may be categorized into several groups and subgroups in terms of type. The basic division is into gravestones with epitaphs and relief engravings, or shallow chiselled (pairs) of coats-of-arms or other motifs, then gravestones with epitaphs and relief ornamentation only on the stone beams on which they lie, gravestones with epitaphs and gravestones without any form of identifying marks.
For the systematization of gravestone plastics in terms of style, gravestones with coats-of-arms are the most important, that is, those that are of better quality, precisely executed, since alongside the concept of the composition and the ornamentation applied , it is precisely in the execu-
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tion of the coats-of-arms that the changes in type face are most obvious, whilst the masons who created gravestones in rustic and stylized form or other types of relief did not follow stylistic guidelines, nor did they rely on creations from previous periods, and this class of gravestones is defined by the same characteristics as the collection of slates showing agricultural tools. Even gravestones with well executed coats-of-arms do not demonstrate constant development, as In other forms of material, and they show the persistent duration of old traditions, lagging behind current trends with the coexistence of many different styles. Anachronistic occurrences (in relation to the time they were created) are seen in the application of individual elements from previous periods (for instance on some stones from the 17th century which are still reminiscent of the Gothic period) the long duration of the Renaissance tradition or even in mingling old with new elements In their formation, and in many cases the date they were made Is not coherent with recent trends.
From the point of view of style there are very few pure examples, gravestones from the 15th century are in the Gothic style, and there are sporadic Gothic elements In later examples, from the 16th century, they are determined by the Renaissance lexicon, but In some examples there Is a mingling of elements of the Renaissance and Mannerism, from the 17th century there Is an evident breakthrough, and In the 18th century a strengthening of Baroque elements of form. The gravestones of village priests, parish priests (plovana) and manual workers are the work of opus rusticum. They are characterized by shallow carving or paired drawings of priestly insignia or labourer s tools and there are often also inscriptions In the Glagolitic script. This form of gravestone engravings arose apart from artistic trends and In terms of the morphology of Its formation, It Is characteristically timeless and originally Indigenous. The common feature of all gravestones Is the structural relationship between their Individual parts, the part with the artistic or relief presentation is always clearly separated from the part with the Inscription, so there is never any interweaving of these actually equally valid parts.
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MONUMENTA FUNERARY - NADGROBNI SPOMENICI OD XV. DO XIX. ST. S PODRUCJA PAZINSTINE
Grave epigraphs are more extensive on the plaques of church or secular leaders, and they are mostly written in the Latin script, in capital letters, with the usual double letters and abbreviations, and on labourers plaques they are written in Latin script and Glagolitics. Alongside the name of the deceased and his position and titles the epigraph often also reveal the name of the one who had the memorial or gravestone made. Dates on gravestones, if it is not expressly confirmed by the inscription, do not necessarily mean the year of death, since the plaques over graves were placed there later, and they were often made before the person died. They are written in Roman numerals, on labourers slates often in Arabic numerals and Glagolitic script. Gravestone epigraphies are important as documents, they help to establish historical topography and with other materials, supplement the historical and culturological picture of a place and time. Preserved for many centuries, gravestones testify to a large number of families or members of those families who in various areas left significant traces in this region: Schuel, Mojsjevic, Krsan, Barbo, Moscon, Scarm-picchio, Pamperg, Rampelli, Polesini... Moreover, gravestone epigraphy is important from an anthropological, onomastic and also toponomic point of view.
In the recorded collection of gravestones there are no stunning appearances, there are only a few that were made well, and most examples are the work of common tradesmen, but their documentary value makes them an important element in the historical and social reconstruction of a time and place.
Gravestones from the 15th to the 19th century are important from a cultural (artistic and craft) and an historical point of view. They are material traces, memorials of many characters of the social environment of that time. In terms of their artistic value, they are determined by the way they are formed, in historical terms the coats of arms and epitaphs with the names of the deceased, the date of death, their position, honour and titles, whereby they are part of the historical topography, and as such supplement the historical and culturological picture of a place and time.
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MONUMENTA FUNERARY Grabmale vom 15. bis 19. Jh. im Gebiet von Pazin
ZUSAMMENFASSUNG
Die Feldforschung des Denkmalfundus der Grabplastik im Zeitraum vom 15. bis 19. Jh. fand im Gebiet von Pazin bzw. der Stadt Pazin und der Gemeinden von Motovun, Karojba,Tinjan, Sv. Petar u Sumi, Cerovlje, Lupoglav und Gracisce statt. In der historischen Reminiszenz war dieses Gebiet bis zum Untergang der Republik Venedig im Jahr 1797 in den österreichischen und den venezianischen Teil geteilt. Zum österreichischen Teil gehörte Pazinska knezija (Grafschaft Mitter-burg, das Gebiet unter der Verwaltungsmacht des Kapitäns von Pazin) bzw. Istarska knezija (Markgrafschaft Istrien als politische Bezeichnung, die das ganze Gebiet des österreichischen Istrien umfaßte und sich auf die Gruppe „Kronländer und kleinere Flerrschaften und Besitze bezog: Herrschaft Lupoglav (zu welcher Gorenja Vas und Dolenja Vas, Semici und Lesiscina gehörten), Herrschaft Grdoselo, Herrschaft Paz-Gradinje, Besitz Gologorica und Klostergut St. Peter im Wald.
Von dem heutigen Gebiet von Pazin gehörten zum venezianischen Herrschaftsgebiet Motovun, Karojba, Grimalda, Muntrilj, ein Teil des Gebiets von Zamaska und Draguc. Während des 12. und 13. Jh. erstreckte Venedig seine Herrschaft allmählich über das ganze Küstengebiet im westlichen Istrien und bis Plomin auf der östlichen Küste der Halbinsel. Später kamen auch einige andere Orte im Landesinneren von Istrien unter Venedig. Motovun (mit 14 dazugehörenden Dörfern) und Karojba waren unter der Herrschaft von Venedig ab 1278, Grimalda ab 1420, Muntrilj, ein Teil von Zamask ab 1535 (durch die Ortsmitte lief die Grenzlinie zwischen dem venezianischen und dem österreichischen Teil von Istrien) und Draguc (im Jahr 1350 der Grafschaft Mitterburg angegliedert) ab 1523.
Durch die Grabmale vom 15. bis 19. Jh. sind die Namen und der Status der zahlreichen gesellschaftlichen Würdenträger bewahrt und durch eine materielle Spur unterstützt worden, also sind diese Grabmale von kulturellen (künstlerischen und handwerklichen) sowie historischen Gesichtspunkten bedeutend.
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MONUMENTA FUNERARY - NADGROBNI SPOMENICI OD XV. DO XIX. ST. S PODRUCJA Pazinstine
Im Laufe der Jahrhunderte der westlichen christlichen Kultur ging die Begräbnisgeschichte eine Reihe von Veränderungen durch, von dem Ort und der Art bis zur Bezeichnung der Grabstätte. Im Mittelalter war das Leben des Menschen stets mit dem Gedanken auf den Tod durchdrungen, und zwar nicht nur wegen der christlichen Eschatologie, in welcher der Tod das erste der vier letzten Dinge ist (Tod, Jüngstes Gericht, Himmel, Hölle), und nicht wegen der schrecklichen Peststerben, sondern auch wegen derfriedhöflichen Funktion der Kirchen (zusätzlich zu ihrer Basisfunktion als sakraler Raum für gemeinschaftlichen öffentlichen Gottesdienst) bis Ende 18. Jh. und den Verbot der Bestattungen in Kirchen. Im Frühmittelalter entwickelte sich nämlich der Brauch, die Christen um die Gräber und Kapellen der Märtyrer zu begraben, und von diesem Brauch entwickelte sich die Bestattung (insbesondere oder ausschließlich der Würdenträger) in Kirchen und um die Kirchen, was sich besonders im Mittelalter verbreitete, als zwei Typen von Grabmalen entwickelt wurden: Grabplatten, welche die Grabgrube zudeckten und in der Kirche bodengleich verlegt wurden, und tumbe, symbolische Grabmale, die in ihrer Form dem antiken Sarkophag ähnlich sind, jedoch ruhten die Verstorbenen nicht darin sondern in dem Grab bzw. der Gruft darunter. Im Spätmittelalter entwickelte sich ein besondererTyp der Epitaphe, die in die Wände der Kirchen, Kreuzgänge oder Kloster eingebaut und nicht nur Zeichen zur Bezeichnung der Gräber wurden sondern auch Gedenktafel mit der Aufgabe, das Andenken und den Ruhm des Verstorbenen zu bewahren.
Den Fundus der Grabmale aus der Periode zwischen dem 15. und 19. Jh. im Gebiet von Pazin besteht fast vollständig aus Grabplatten. Sie wurden in Pfarrkirchen und Friedhofskirchen dokumentiert, oberhalb der Grabgruben, mit einer kleineren Zahl von ihnen aus Kirchenböden entfernt und nachträglich in Kirchenwände eingebaut oder im Außenraum um die Kirchen aufbewahrt („ausgestellt ), und mit einer unwesentlichen Zahl von ihnen in andere Anlagen versetzt. In diesem Fundus nimmt sich das Grabmal in der Form des Sarkophags von Barbara Waldestain oder Walterstain in der Friedhofskirche von St. Veit in Paz heraus.
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Die Grabmale sind aus Stein (oft aus einheimischen Sorten wie beispielsweise Sandstein und Kalkstein) und Marmor. Obwohl die Steinmetze oder Werkstätten, die diese Grabplastik fertigten, nicht bekannt sind, können wir annehmen, daß die repräsentativen Grabmale, die intellektuelle und wirtschaftliche Möglichkeiten der etablierten Schicht sowie die höhere oder hohe Ebene der Steinmetzkunst demonstrieren, von ausländischen (wandernden) Meistern gefertigt wurden, während opus rusticum die Werke der lokalen, einheimischen Meister beinhaltet. Ähnliche Steinmetzhandschrift oder häufigere Verwendung einzelner Motive bei Grabmalgruppen (beispielsweise aus Motovun und Boljun) sind die Determinanten zur Zuweisung an einen bestimmten Ort, eine Werkstatt oder einen Steinmetz in einzelnen Orten.
Am wesentlichen Teil dieses Patrimoniums sind Beschädigungen erkennbar, in den geschlossenen Räumen in Kirchen bedingt durch Steinsorten, mikroklimatische Bedingungen und durch das Handeln des Menschen verursacht, und in offenen Räumen neben den Kirchen durch die Wirkung der Witterung. Im Kircheninneren sind die Schäden an einigen Grabplatten die Folge der mikroklimatischen Bedingungen (Flecken haben Inschriften und Reliefs überdeckt bzw. oft auch zerstört, und bei einigen ist die Steinschicht geschält), des mehrere Jahrhunderte langen Menschengangs und sonstiger Einwirkung der Menschen (beispielsweise, in der Kirche der Gebenedeiten Jungfrau Maria vom Hl. Rosenkranz - Gospa od Ruzara in Draguc - wurde die Grabplatte aus dem Kirchenboden entfernt und durch Schiefer ersetzt, und nur die Steinbalken, innerhalb denen das Grabmal verlegt war, sind erhalten geblieben; in diesem Ort in der Pfarrkirche des Hl. Kreuzes wurden der alte Steinbelag und die Grabmale durch einen neuen Belag des Kirchenbodens überdeckt...). Manche Grabplatten, die in den Bodenbelag vor der Kirchen bzw. in den Außenraum um die Kirchen verlegt wurden, sind unleserlich wegen der Wirkung der Witterung - der Stein schält sich, wird durch Moospflanzen geschädigt, gespalten und ist an vielen Stellen abgebrochen. Es ist erwähnenswert, daß manche Platten auch
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unzugänglich sind, weil sie unter schweren Kirchenmöbeln bzw. unter schwerer Kirchenausstattung liegen.
Nach den Gestaltungskonzeptionen und Inhaltselementen kann das Grabmalpatrimonium in mehrere typologische Gruppen und Untergruppen gegliedert werden. Die Grundgliederung umfaßt die Grabmale mit Epitaphen und Reliefwappen bzw. flach gemeißelten (eingekratzten) Wappen oder anderen Motiven, die Grabmale mit Epitaphen und Reliefornamentik nur auf den Steinbalken, in welche sie eingelegt wurden, die Grabmale mit Epitaphen, und die Grabmale ohne jegliche Identifikationszeichen.
Für die stilistische Systematisierung der Grabplastik sind die Grabplatten mit Wappen von größter Bedeutung, und zwar nur der Fundus der hochwertigeren, minutiösen Ausführung, denn über die Komposition und Ornamentik hinaus zeigen sich eben in der Ausführung des Wappens die Stilunterschiede am meisten, während die Steinmetze der rustikafischen und stilisierten Ausführungen der Wappen bzw. eines anderen Reliefs nicht den stilistischen Richtlinien folgten und sich auf keine Arbeiten aus früheren Zeiten anlehnten, also hat diese Klasse der Grabmale dieselben Charakteristiken wie der Schieferfundus mit Darstellungen von Bauergerät. Auch die Grabplatten mit hochwertiger Ausführung der Wappen erweisen keine gradlinige Entwicklung. Wie bei anderen Materialien zeigt sich bei ihnen auch die anhaltende alte Tradition, Zurückgebliebenheit in Bezug auf die aktuellen Trends sowie das Mitbestehen von mehreren Stilen. Anachronismen (in Bezug auf die Zeit der Entstehung) zeigen sich in der Anwendung einzelner Elemente aus den vergangenen Perioden (beispielsweise, in einigen Platten aus dem 17. Jh. sind noch die Reminiszenzen an die Gotik zu erkennen), in der langen Dauer der Renaissance-Tradition bzw. in der Mischung von neuen und alten Gestaltungselementen, und in vielen Fällen ist die Zeit der Entstehung mit dem Gestaltungsstil nicht übereinstimmend.
Vom Stil hergibt es wenige klare Erscheinungsbilder, dem gotischenTyp gehören die Grabplatten aus dem 15. Jh., und sporadisch gibt es goti-
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sehe Elemente an späteren Grabmalen. Diejenigen aus dem 16. Jh. sind durch die Renaissance-Gestaltungsweise geprägt, mit der Verflechtung von Renaissance und Manierismus bei einzelnen Grabmalen. Ab dem 17. Jh. ist der Vordrang und ab dem 18. Jh. die Zunahme der barocken Gestaltungselementen zu sehen. Opus rusticum bilden die Grabplatten der Dorfvorsteher, Pfarrer iplovan) und Bauer. Sie werden durch flache Meißelung bzw. eingekratzte Zeichnungen der priesterlichen Insignien oder Bauergerät sowie oft durch glagolitische Inschriften charakterisiert. Diese Schicht der Grabplastik entstand abseits der Kunsttrends und hinsichtlich ihrer Gestaltungsmorphologie ist sie durch die Siegel der „Zeitlosigkeit und Bodenständigkeit bezeichnet. Das gemeinsame Merkmal aller Grabplatten bilden die strukturalen Beziehungen zwischen einzelnen Teilen: Der Teil mit der Bild- bzw. Reliefdarstellung ist immer klar von dem Teil mit der Inschrift abgesondert, so daß es nie zur Verflechtung dieser im Wesentlichen gleichwertigen Partituren kommt.
Die Grabepigraphik ist ausführlicher bei den Platten der kirchlichen und sekulären Würdenträger, meistens in lateinischer Sprache und Großschreibung mit üblichen Ligaturen und Abkürzungen. Bei Bauernplatten werden die lateinische und die glagolitische Schrift benutzt. Neben dem Namen des Verstorbenen und seiner Funktion, seinem Beruf und Titel, verraten die Epitaphen oft auch den Namen desjenigen, der die Grabplatte fertigen ließ. Die Daten auf den Grabplatten, wenn nicht ausdrücklich bestätigt, müssen nicht unbedingt den Todesjahr bedeuten, denn die Platten oberhalb der Grabgruben wurden nachträglich verlegt, und sie wurden auch oft noch vor dem Tod gefertigt. Verwendet wurden römische Zahlen, und bei Bauernschiefer sind oft arabische Zahlen und glagolitische Buchstaben zu sehen. Die Grabepigraphik ist von dokumentarischer Bedeutung, sie nimmt in der Bestimmung der historischen Topographie teil und mit anderen Materialien ergänzt das historische und kulturologische Bild des Raums und der Zeit. Durch mehrere Jahrhunderte bewahrt zeugen die Grabplatten über die große Zahl der Familien bzw. Mitglieder dieser Familien, die in verschiedenen Bereichen bedeutende Spuren in diesem Raum hinterlassen haben:
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Schuel, Mojsjevic, Krsan, Barbo, Moscon, Scampicchio, Pamperg, Ram-pelli, Polesini... Darüber hinaus ist die Grabepigraphik auch vom anthro-ponymischen, onomastischen sowie toponomastischen Gesichtspunkt wichtig.
Im registrierten Grabplattenfundus gibt es keine Prachtstücke, nur einige hochwertig ausgeführte Exemplare, und die meisten anderen gehören zur handwerklichen Produktion, aber mit seinem dokumentarischen Wert ist dieser Fundus ein wichtiges Element in der historischen und gesellschaftlichen Rekonstruktion der Zeit und des Raums.
Grabmale (Grabplatten) vom 15. Jh. bis zum 19. Jh. sind im kulturellen (Kunst/Handwerk) und historischen (Raum) Sinne wichtig. Sie sind materielle Spuren - Andenken an die damaligen Säulen der Gesellschaft. Kunsthistorisch werden sie durch ihre Gestaltungskonzeption und historisch durch die Wappen und Epitaphe mit den Namen der Verstorbenen, den Todesdaten, den Funktionen der Verstorbenen, ihren Würden, Berufen und Titeln bestimmt, womit sie an der Rekonstruktion der historischen Topographie teilnehmen und das historische und kulturelle Bild des Raums und der Zeit vervollständigen.
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Sadrzaj
Podrucje istrazivanja.....................................................5
Nadgrobni spomenici od XV. do XIX. st. s podrucja Pazinstine............... 7
Nadgrobni spomenici s epitafima i reljefnom plastikom
ili plitko urezanim motivima............................................. 9
Nadgrobne ploce s reljefnom plastikom bez epitafa........................36
Nadgrobne ploce s epitafima i reljefnom ornamentikom
na kamenim uloznim gredama...............................................38
Nadgrobne ploce s epitafima bez reljefne plastike........................39
Nadgrobne ploce bez identiflkacijskih oznaka.............................47
Lapidi sepolcrali del territorio Pisinese dal secolo XV al XIX - RIASSUNTO.53
Gravestones from the 15th Century until the 19th Century
in the Pazinstine Area - SUMMARY.........................................58
Grabmale vom 15. bis 19. Jh. im Gebiet von Pazin - ZUSAMMENFASSUNG.........63
Literatura...............................................................69
Reprodukdje..............................................................71
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