Settecento romano: storia, muse, viaggiatori, artisti
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Sprache: | Italian |
Veröffentlicht: |
Città di Castello (Perugia)
Edimond
2005
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brava fatta apposta per esprimere plasticamente l assolutismo auloi itai io della Chiesa post-
Itridentina la quale, quindi, non poteva che favorirete s iluppo di tale stile coiì*i suoi cai al-
Iteri peculiai
II architettura. Dui ante tale periodo perciò Roma eia divenuta il centro artistico europeo più
t ivo e lecondo o e
fda Pieno da Coi tona al
kdella loro arte incidendo segni profondi anche al^li là dei confini della penisola.
fe Verso
e è gir artisti, di conseguenza, adattarono u loro
Je
che si presentava loro; e così se con il baròcco si era ricercato l effetto del meravigliai e
dell|) stupire con il Settecento,iniziava una nuova stagione artistica che, *seppur non aliici-
itanto straordinaria come quella precedente, veniva contrassegnata dal -trionfo del rococò^
inteso come un arte gaia, frivola e capricciosa a cominciare dal termine che*lo il
salo quanto incurante del futuro, un epoca storica dominata dalle.
le quali doveva includersi
della loro Corte; le ville e
nografici cortili e sontuosi saloni di ricevimento, vennero intesi come un palcoscenico in cui
recitare piuttosto che vivere; palazzi sempre circondati e quasi immersi in parchi e giai diinf
immensi quanto spettacolari, ricchi;di selvaggina come coreografia, con fontane e cascate
mensi
d acqua che armonizzavano la natura con l architettura e ove dame svaporale, con al segui-
«,to gli immancabili cicisbei, tra strizzai ine d occhi, sguardi furtivi e compiacenti, ini/iavano
o
galante e galeotto; il cerimoniale della vita di corte, pertanto, aspirava più che a celebrare
alte concezioni idealistiche a rendere piacevole la propria ^
Superficialila e fatuità ci ano le coordinate che determinavano ogni rapporto sociale; dalla
conversazione, vuota e insipida più bisbigliata e sussurrata che declamata, alle danze
zate da minuetti suonati da violini, e violoncelli sino^alló*
timen
ra ove
l ulto questo splendore, simbolo esasperato del potere e manifestazione visibile della
che//a, stupiva
-*-=.-;-•—
schiena curva, gli occhi bassi e il cappello in
sfuggire occasione per evadere e stordirsi dalle miserie umane gettandosi dietro le spalle
ogni preoccupazione mescolandosi nelle piazze e nelle strade, in chiesa e nei teatri, ai nobi-
li e ai prelati ad ogni minima occasione: dalle ricorrenze religiose alle visite di re/regine ed
anibasci.itori, dall elezione del pontefice alle canonizzazioni e giubilei, dal carnevale alle
lesle popolari e lo stesso patibolo messo su per tagliare la testa a qualche brigante diveniva
spettacolo
II Fu, inoltre, il secolo in cui la città a poco a poco prevalse sulla campagna e masse
!
centri urbani; Roma divenne così una città paesana , tutta raccolta nella grande ansa del
»Tevere che, sulla destra del fiume, si estendeva da porta del Popolo sino all isola libei ina
con Castel Sant Angelo, la città Leonina e il quartiere di Trastevere
perare verso le falde delle colline Giamcolensi
l Esquilino e le basiliche di Santa Maria Maggiore e di San Giovanni. Dentro e luoi
Aureliane conventi, chiese, ville patrizie e soprattutto il melanconico deserto dell Xgio sul
quale a raggiera si irradiavano le antiche vie consolari, che per secoli avevano collegalo
Roma con il resto della penisola ed ancora assolvevano egregiamente a tale scopo.
P
.gran parte sterrate (sarà difatti Clemènte
nuovo metodo dei quadrelli di selce), agli inizi del secolo era una città armoniosa ma piena
■ di contraddizioni, paesana ma cosmopolita, dove la ricchezza e lo siarzo coabitavano con la-
fmiseria più infima è, pur cèntro del cattolicesimo tollerava qualsiasi altra lede religiosa; un
villaggio pertanto popolato da appena centocinquanlamila abitanti.
.JÈPtJn periodò storico, quindi, singolare e contraddittorio: da una parte un contrasto violèn¬
to tra ricchezza e miseria, materializzato da una nobiltà vuota e superficiale ed un popoli¬
no ignorante ma assetato di vita; da un altro punto di vista fu, però, il secolo dell Arcadia,
deUy Munì in
eri ore pai licolarmenle grave saiebbe quello di riguardarne come sostanziali gli aspetlj più
appariscenti, capaci solof^bome troppo spesso avviene
Tj|Se Roma in questo passaggio di,^
co ad altre città a ben vedere essa non rinuncia alla sua prioritaria fissione d insegnare;
qualsiasi suddivisione della storia dell arte in periodi cadenzati dal susseguirsi dei?secoli,
etichettandoli con un diverso stile che li distingua da
>«
ciucilo che verrà subito dopo, quasi sèmpre è una forzatura
agevolare in tal modo illettore mentre spes so e volentiepsi finisce per disorientarlo
di più se non addirittura di tradirlo ed ingannarlo. Quello che va .rimarcato, infatti, non è
■tanto uno stile diverso dall alti
e dell ispirazione che ha determinalo tale dixeisilà e sopì al tutto il diverso genere nel
Ä
splendore delle corti, una infinità di guerre, la fame sempre presente, la peste in agguato e
l inesorabile morte: turbamenti, emozioni e suggestioni, sino allo stupore, impressioni tutte
che entrano d impeto nei cuori,*senza neanche il filtro della mente, restituendoci e amplifì -
candoci siati d animo così esaltanti e iiripetibili che, al pari delle note musicali, sono appun¬
to fuggevoli come delle sensazioni, cangianti come ¡.colori e inafferrabili come il suono del-
..- *.. .
lacqua; e ciò sino alla Rivoluzione francese che, con undici anni di anticipo, non chiudeva
solamente il secolo dei Lumi, bensì un intera epoca: la città eterna illuminisiica diveniva
come d incanto la romantica città eternala.
Indice
5
Prefazione di Claudio Strinati
7
Introduzione di
Fabrizio Lemme
9
Ustoria
11
II bersaglio dei flagelli divini
17
Un pastore economista
23
Una politica di pace
27
Più
cne amator
di santi, proiettar di birbanti
31
Un banchiere spiantato
37
Papa prima
ancor
che sovrano
47
Un bigotto caritatevole
53
I
gesuiti alle ortiche
59
Un papa rinascimentale
67
Roma non è che una mummia
74
Dalla città eterna alla città eternata
79
Le Muse
81
Recitare piuttosto che vivere
.86
Pellegrini assetati di bellezza
91
Suggestione per immagini
100
Conservarli per mezzo delle stampe
110
La critica d arte diventa arte
116
Nel Bosco Parrasio
125
II cavaliero, gran traduttor dei traduttor d Omero
129
Dai salmi al melodramma
136
L uomo deve esser un camaleonte
140
Un uomo straordinario
143
II papa rosso
149
I
Viaggiatori
151
Pellegrini dell arte
155
Una confessione italica
158
Un leggero magistrato di
Dig
ione
161
Viaggio come
fúga
164
Alla ricerca della libertà
170
11 sogno italiano
175
Un fragore che scuote la mia anima
181
Dai Mirabilia alle Indulgentiae
188
È arrivato qui un sàssone
192
Cavaliere a Roma, accademico a Bologna
195
Gu artisti
197
Pittori, scultori, architetti, incisori, cartografi
373
Bibliografia
|
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El
brava fatta apposta per esprimere plasticamente l'assolutismo auloi itai io della Chiesa post-
Itridentina la quale, quindi, non poteva che favorirete s\iluppo di tale stile coiì*i suoi cai al-
Iteri peculiai
II architettura. Dui ante tale periodo perciò Roma eia divenuta il centro artistico europeo più
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'che si presentava loro; e così se con il baròcco si era ricercato l'effetto del meravigliai e
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itanto straordinaria come quella precedente, veniva contrassegnata dal -trionfo del rococò^
'inteso come un'arte gaia, frivola e capricciosa a cominciare dal termine che*lo il
salo quanto incurante del futuro, un'epoca storica dominata dalle.
le quali doveva includersi
della loro Corte; le ville e
nografici cortili e sontuosi saloni di ricevimento, vennero intesi come un palcoscenico in cui
recitare piuttosto che vivere; palazzi sempre circondati e quasi immersi in parchi e giai diinf
immensi quanto spettacolari, ricchi;di selvaggina come coreografia, con fontane e cascate
mensi
"'"d'acqua che'armonizzavano la natura con l'architettura e ove dame svaporale, con al segui-
«,to gli immancabili cicisbei, tra strizzai ine d'occhi, sguardi furtivi e compiacenti, ini/iavano
o
galante e galeotto; il cerimoniale della vita di "corte,''pertanto, aspirava più che a celebrare
alte concezioni idealistiche a rendere piacevole la propria ^
Superficialila e fatuità ci ano le coordinate che determinavano ogni rapporto sociale; dalla
conversazione, vuota e insipida più bisbigliata e sussurrata che declamata, alle danze
zate da minuetti suonati da violini, e violoncelli sino^alló*
timen
ra ove
l'ulto questo splendore, simbolo esasperato del'potere e manifestazione visibile della
che//a, stupiva
-*-=.-;-•—
schiena curva, gli occhi bassi e il cappello in
sfuggire occasione per evadere e stordirsi dalle miserie umane gettandosi dietro le spalle
ogni preoccupazione mescolandosi nelle piazze e nelle strade, in chiesa e nei teatri, ai nobi-
li e ai prelati ad ogni minima occasione: dalle ricorrenze religiose alle visite di re/regine ed
anibasci.itori, dall'elezione del pontefice alle canonizzazioni e giubilei, dal carnevale alle
lesle popolari e lo stesso patibolo messo su per tagliare la testa a qualche brigante diveniva
spettacolo
II Fu, inoltre, il secolo in cui la città a poco a poco prevalse sulla campagna e masse
!
centri urbani; Roma divenne così una città "paesana", tutta raccolta nella grande ansa del
»Tevere che, sulla destra del fiume, si estendeva da porta del Popolo sino all'isola libei ina
con Castel Sant'Angelo, la città Leonina e il quartiere di Trastevere
perare verso le falde delle colline Giamcolensi
l'Esquilino e le basiliche di Santa Maria Maggiore e di San Giovanni. Dentro e luoi
Aureliane conventi, chiese, ville patrizie e soprattutto il melanconico deserto dell'Xgio sul
quale a raggiera si irradiavano le antiche vie consolari, che per secoli avevano collegalo
Roma con il resto della penisola ed ancora assolvevano egregiamente a tale scopo.
P
.gran parte sterrate (sarà difatti Clemènte
nuovo metodo dei quadrelli di selce), agli inizi del secolo era una città armoniosa ma piena
■ di contraddizioni, paesana ma cosmopolita, dove la ricchezza e lo siarzo coabitavano con la-
fmiseria più infima è, pur cèntro del cattolicesimo tollerava qualsiasi altra lede religiosa; un
"villaggio" pertanto popolato da appena centocinquanlamila abitanti.
.JÈPtJn periodò storico, quindi, singolare e contraddittorio: da una parte un contrasto violèn¬
to tra ricchezza e miseria, materializzato da una nobiltà vuota e superficiale ed un popoli¬
no ignorante ma assetato di vita; da un altro punto di vista fu, però, il secolo dell'Arcadia,
deUy Munì in
eri'ore pai licolarmenle grave saiebbe quello di riguardarne come sostanziali gli aspetlj più
appariscenti, capaci solof^bome troppo spesso avviene
Tj|Se Roma in questo passaggio di,^'
co ad altre città a ben vedere essa non rinuncia alla sua prioritaria fissione d'insegnare;
qualsiasi suddivisione della storia dell'arte in periodi cadenzati dal susseguirsi dei?secoli,
etichettandoli con un diverso stile che li distingua da
>«
ciucilo che verrà subito dopo, quasi sèmpre è una forzatura
agevolare in tal modo illettore mentre spes"so"e volentiepsi finisce per disorientarlo
di più se non addirittura di tradirlo ed ingannarlo. Quello che va .rimarcato, infatti, non è
■tanto uno stile diverso dall'alti
e dell'ispirazione che ha determinalo tale dixeisilà e sopì al tutto il diverso genere nel
Ä
splendore delle corti, una infinità di guerre, la fame sempre presente, la peste in agguato e
l'inesorabile morte: turbamenti, emozioni e suggestioni, sino allo stupore, impressioni tutte
che entrano d'impeto nei cuori,*senza neanche il filtro della mente, restituendoci e amplifì'-
candoci siati d'animo così esaltanti e iiripetibili che, al pari delle note musicali, sono appun¬
to fuggevoli come delle sensazioni, cangianti come ¡.colori e inafferrabili come il suono del-
.-"*. .
lacqua; e ciò sino alla Rivoluzione francese che, con undici anni di anticipo, non chiudeva
solamente il secolo dei Lumi,'bensì un'intera epoca: la città eterna illuminisiica diveniva
come d'incanto la romantica città eternala.
Indice
5
Prefazione di Claudio Strinati
7
Introduzione di
Fabrizio Lemme
9
Ustoria
11
II bersaglio dei flagelli divini
17
Un pastore economista
23
Una politica di pace
27
Più
cne amator
di santi, proiettar di birbanti
31
Un banchiere spiantato
37
Papa prima
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che sovrano
47
Un bigotto caritatevole
53
I
gesuiti alle ortiche
59
Un papa rinascimentale
67
Roma non è che una mummia
74
Dalla città eterna alla città eternata
79
Le Muse
81
Recitare piuttosto che vivere
.86
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100
Conservarli per mezzo delle stampe
110
La critica d'arte diventa arte
116
Nel Bosco Parrasio
125
II cavaliero, gran traduttor dei traduttor d'Omero
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Una confessione italica
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Dig
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161
Viaggio come
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164
Alla ricerca della libertà
170
11 sogno italiano
175
Un fragore che scuote la mia anima
181
Dai Mirabilia alle Indulgentiae
188
È arrivato qui un sàssone
192
Cavaliere a Roma, accademico a Bologna
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Pittori, scultori, architetti, incisori, cartografi
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