Damnum corpore suo dare rem corpore possidere: l'oggettiva riferibilità del comportamento lesivo e della possessio nella riflessione e nel linguaggio dei giuristi romani
Gespeichert in:
1. Verfasser: | |
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Format: | Buch |
Sprache: | Italian |
Veröffentlicht: |
Napoli [etc.]
Ed. Scientifiche Italiane
2004
|
Schriftenreihe: | Pubblicazioni della Facoltà di giurisprudenza / Università degli studi di Catanzaro Magna Graecia
56 |
Schlagworte: | |
Online-Zugang: | Inhaltsverzeichnis |
Beschreibung: | Contains bibliographical references, notes and indices (pp. 429-442) |
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L OGGETTIVA RIFERIBILITA DEL COMPORTAMENTO LESIVO E DELLA POSSESSIO
NELLA RIFLESSIONE E NEL LINGUAGGIO DEI GIURISTI ROMANI EDIZIONI
SCIENTIFICHE ITALIANE INDICE SOMMARIO PREMESSA. FINALITA DELL INDAGINE.
L INAPPAGANTE INTERPRETAZIONE IN CHIAVE MATE- RIALISTICA
DELL ESPRESSIONE CORPORE USATA DAI GIURISTI ROMANI PER DESCRIVERE
L EVIDENZA DELLA CAUSAZIONE DEL DANNO E LA NFERIBILITA FATTUALE DELLA
POSSES- SIO; LE PERPLESSITA CHE TALE APPROCCIO DOTTRINARIO SOLLEVA, AI
FINI DELLA COM- PRENSIONE DEL SIGNIFICATO DELL ABLATIVO CORPORE E DELLA
STORIA DELLA SUA EMER- SIONE PARTE PRIMA DAMNUM CORPORE SUO DARE
CAPITOLO PRIMO IL PRINCIPIO DAMNUM CORPORE SUO DARE E LA
INTERPRETAZIONE DOTTRINARIA CORRENTE 1. LA PREVISIONE AQUILIANA. IL
PROCESSO INTERPRETATIVO CHE, MUOVENDO DAL SI- GNIFICATO LETTERALE DEI
VERBO, LEGIS, AVREBBE PORTATO ALL ENUNCIAZIONE DEL PRIN- CIPIO
GIURISPRUDENZIALE DEL DAMNUM CORPORE SUO DARE. L ACCEZIONE MATE-
RIALISTICA DOTTRINARIAMENTE RICONOSCIUTA, NEL CONTESTO CAUSALE,
ALL ESPRESSIONE CORPORE SUO, RITENUTA DESCRITTIVA DEL CONTATTO FISICO E
DIRETTO (TRA IL SOGGETTO AGENTE E L OGGETTO DANNEGGIATO) NECESSARIO PER
L IMPUTAZIONE DELLA RESPON- SABILITA 15 2. IL DAMNUM CORPORE SUO DARE
COME ESPRESSIVO DEL ED. PRINCIPIO DI CAU- SALITA FISICA ED IMMEDIATA»
PRECOCEMENTE ELABORATO DALLA GIURISPRUDENZA: L OPINIONE CORRENTE, CON
PARTICOLARE RIGUARDO AI CONTRIBUTI CHE HANNO PIU SPECIFICAMENTE RIVOLTO
L ATTENZIONE ALLA NOSTRA VICENDA 25 3. PRIME PERPLESSITA IN ORDINE
ALL ACCOGLIMENTO DELL INTERPRETAZIONE TRADIZIO- NALE DEL DAMNUM CORPORE
SUO DARE 32 3.1. RAGIONI DI DUBBIO DI NATURA LOGICA: LA DIFFUSA
AFFERMAZIONE, DA UN LATO, DELLA RISALENZA AI GIURISTI TARDO-REPUBBLICANI
DEL PRINCIPIO, E IL CON- VINCIMENTO, DALL ALTRO, CHE LO STESSO AVEVA GIA
ASSUNTO INVECE, PROPRIO IN TALE EPOCA, UNA VALENZA SEMANTICA E
CONCETTUALE ESORBITANTE L AM- BITO DESCRITTIVO DI UNA CONDOTTA CONNOTATA
DALLA CORPORALITA E DALLA VIOLENZA: LA PRECOCE ESTENSIONE, IN
PARTICOLARE, DI RUMPERE IN CORRUM- PERE, INCLUSIVO DEL FRANGERE E
ADI URERE, E IL TENORE DI D. 9.2.9 PR., IN CUI LABEONE DESCRIVE COME
OCCIDERE UN COMPORTAMENTO NON CARATTE- RIZZATO DALLA VIOLENZA 33 443
3.2. LE RAGIONI DI DUBBIO DI NATURA TESTUALE: GAI. 3.219 E ULP. D.
9.1.1.7 CONFIGURANO IN MODO SPECULARE RISPETTO ALL INTENDIMENTO
DOTTRINARIO IL RAPPORTO TRA IL DAMNUM CORPORE SUO DATUM E LA NECESSITA
DI UNA CON- TINUITA MATERIALE TRA IL COMPORTAMENTO E L EVENTO; PER GAIO
IL DAMNUM CORPORE SUO DATUM PRESCINDEVA DALLA SUSSISTENZA DI
UN ININTERROTTA RE- LAZIONE FISICA E DIRETTA TRA CONDOTTA ED EVENTO, PER
ULPIANO AVEVA NA- TURA DI DANNO ARRECATO NON CORPORE SUO UN DAMNUM
DERIVANTE DA UN COMPORTAMENTO DEL SOGGETTO AGENTE CHE SEMBRA
CONCRETIZZARSI PROPRIO IN QUELL ATTIVITA CORPORALE E VIOLENTA INVOCATA
DALLA DOTTRINA COME ESAU- STIVA DEL SIGNIFICATO DEL PRINCIPIO.
L ESTRANEITA AL LINGUAGGIO ED ALLA MEN- TALITA DELLE FONTI ROMANE
DELL ESPRESSIONE DAMNUM {CORPORE) CORPORI DARE: I. 4.3.16, IL
CORRISPONDENTE LUOGO DELLA PARAFRASI DI TEOFILO E LE POSSIBILI RAGIONI
DELLA FORTUNATA TRADIZIONE DELLA LOCUZIONE 42 CAPITOLO SECONDO IL
PROBLEMA DELLA RIFERIBILITA CAUSALE DEL DANNO NEL PENSIERO DEI GIURISTI
ROMANI PREMESSA. IL METODO DI INDAGINE. LA VERIFICA DELLA TESI
DOTTRINARIA INTORNO ALLA PRESUNTA CONCEZIONE MATERIALISTICA ESPRESSA DAL
PRINCIPIO DEL DAMNUM COR- PORE SUO DARE ATTRAVERS O L ESAME DELLE
NUMEROSE TESTIMONIANZE GIURISPRU- DENZIALI DA CUI RISULTA INCRINATA LA
RITENUTA STRETTA CORRELAZIONE TRA CONDOTTA MATERIALE E RISULTATO DANNOSO
AI FINI DEL RICONOSCIMENTO DELLA RESPONSABI- LITA AQUILIANA, O PERCHE
RISULTA ATTRIBUITA L AZIONE DIRETTA ANCHE IN ASSENZA DI UN CONTATTO
FISICO TRA AGENTE E COSA, OVVERO PERCHE RISULTA, AL CONTRARIO, ESCLUSA
LA STESSA NONOSTANTE LA PRESENZA DI QUEL CONTATTO 65 SEZIONE I LE
TESTIMONIANZE NELLE QUALI RISULTA ATTRIBUITA / ACTIO DIRECTA IN ASSENZA
DI UN AT- TIVITA FISICA E IMMEDIATA SULLA COSA DANNEGGIATA 1. LA
CASISTICA RELATIVA ALL EPOCA TARDO-REPUBBLICANA. 71 1.1. ESAME DI D.
9.2.39 PR.: LA CONCESSIONE DA PARTE DI Q. MUCIO DELL AC- TIO LEGIS
AQUILIAE DIRECTA AL PROPRIETARIO DI UNA CAVALLA GRAVIDA (SCAC- CIATA DAL
FONDO ALTRUI IN MODO DA CAUSARLE UN ABORTO) SIA CHE L ANI- MALE ABBIA
SUBITO PERCOSSE FISICHE SIA CHE SIA STATO SOLO INCITATO, MA CON
ECCESSIVA VEEMENZA, AD ALLONTANARSI; IL RAPPORTO CON D. 9.2.27.23,
CONTENENTE UN PARERE DI BRUTO, E CON LA PREVISIONE CONTENUTA IN
GAI.3.219; I TENTATIVI DOTTRINARI VOLTI A GIUSTIFICARE LA CONCESSIONE
DEL- L AZIONE DIRETTA IN ASSENZA DI CONTATTO FISICO E LA LORO FRAGILITA:
LA CON- CESSIONE DELL AZIONE APPARE CONSEGUENZA DELL INDAGINE SULLA
RICONDUCI- BILITA CERTA DEL COMPORTAMENTO DANNOSO ALL AGENTE 72 1.2.
ESAME DI D. 9.1.1.4: LA TUTELA AQUILIANA DIRETTA PREVISTA DA SERVIO IN
CASO DI DANNO IMPUTABILE A CAUSA DELLA CONDUZIONE DI UN ANIMALE PER
LUOGHI IMPERVI, O A CAUSA DELLA CADUTA DI UN PESO SU QUALCUNO CON-
SEGUENTE AL SOVRACCARICO COL QUALE SI ERA OBERATO UN ANIMALE, O AN- 444
CORA A CAUSA DI GENERICA CULPA DEL MULIO; LE DIFFICOLTA DOTTRINARIE AL-
L ACCOGLIMENTO DELLE RISULTANZE DEL TESTO; LA SPIEGAZIONE DI ESSO,
INVECE, SULLA BASE DELLA INDIFFERENZA PER IL GIURISTA CIRCA LA
SUSSISTENZA O MENO DI UNA RELAZIONE MATERIALE NELLA CAUSAZIONE DEL DANNO
E LA SUA PREOC- CUPAZIONE, PER CONTRO, DI ACCERTARE LA RIFERIBILITA
DELL EVENTO AL COM- PORTAMENTO ATTRAVERSO L ESAME DELL ATTIVITA POSTA IN
ESSERE DAL SOGGETTO RESPONSABILE 78 1.3. ESAME DI DUE FRAMMENTI DI
ALFENO: D. 9.2.52.2 E IL COMPLESSO CASO RELATIVO ALLA MORTE DI UNO
SCHIAVO RIMASTO SCHIACCIATO DA UN CARRO, PRECIPITATOGLI ADDOSSO A CAUSA
DI UNA CATENA DI ACCADIMENTI; D. 19.2.30.2 E LA RICHIESTA DI AZIONE, A
SEGUITO DI AVVENUTA RUPTIO DI ANIMALI, CON- TRO CHI MULAS AGITASSET:
ANCHE IN TALI FATTISPECIE LA CONCESSIONE DELL A- ZIONE DIRETTA NON
APPARE CONSEGUENZA DI VALUTAZIONI DI TIPO MECCA- NICISTICO DEL NESSO CHE
LEGA IL COMPORTAMENTO ALL EVENTO 81 1.4. ESAME DI DUE FRAMMENTI
CONTENENTI RESPONSA DI FABIO MELA: D.9.2.11 PR. RELATIVO AL DANNO
OCCORSO AL CLIENTE SGOZZATO COL RASOIO DAL BAR- BIERE, A CAUSA DI UN
ACCIDENTALE COLPO DI PALLA CHE AVEVA COLPITO LE MANI DI QUEST ULTIMO; D.
9.2.27.34 E LA MORTE DEL MULO PRECIPITATO DOPO ESSERSI IMBIZZARRITO ED
AVERE STACCATO AD UN SERVO, PER L IMPETO, LE DITA ALLE QUALI QUEGLI
AVEVA LEGATO LE REDINI DELL ANIMALE; IN ENTRAMBI I CASI LA
PROSPETTAZIONE DELLE VICENDE E LA TUTELA DIRETTA ACCORDATA EVI- DENZIANO
UN INTENDIMENTO DEL NESSO DI CAUSALITA COME RIFERIBILITA CERTA
DELL EVENTO DANNOSO AL SUO AUTORE E NON COME ESITO DI UNA CORRELA- ZIONE
MATERIALISTICA (ASSENTE IN ENTRAMBI I CASI) TRA CONDOTTA ED EVENTO; I
TENTATIVI DELLA DOTTRINA DI SPIEGARE LA PRESUNTA ANOMALIA 89 2. LA
CASISTICA DI EPOCA ALTO-IMPERIALE. PREMESSA 97 2.1. ESAME DI D. 9.2.28
PR.: LA RESPONSABILITA EX LEGE AQUILIA NEI CONFRONTI DI CHI ABBIA
SCAVATO PER ISTRADA DELLE FOSSE PER LA CATTURA DI ANIMALI, NELLE QUALI
SIA POI FINITO QUALCUNO O QUALCOSA, RICONOSCIUTA DA SABINO PUR IN
ASSENZA DI UN RAPPORTO DIRETTO E MATERIALE TRA LA CONDOTTA TE- NUTA
DALL AUTORE DELLA BUCA ED IL DANNO DETERMINATOSI; LA CRITICA ALLE
GIUSTIFICAZIONI ADDOTTE DALLA DOTTRINA PER SPIEGARE LA DECISIONE SABI-
NIANA IN ASSENZA DI RELAZIONE FISICA TRA COMPORTAMENTO ED EVENTO 97 2.2.
ESAME DI D. 9.2.11.5: IL PARERE DI PROCULO INTORNO ALLA RESPONSABILITA
EX LEGE AQUILIA DEL PADRONE DEL CANE AIZZATO E NON TRATTENUTO AL GUIN-
ZAGLIO CHE CAGIONI DANNO A TALUNO; LE DIFFICOLTA INCONTRATE DALLA DOT-
TRINA DINANZI AL DATO TESTUALE; L INDIVIDUAZIONE DELLA CHIAVE DI LETTURA
DEL TESTO NELLA VALUTAZIONE DELLO STRUMENTO UTILIZZATO PER ARRECARE IL
DANNO, CHE RIPORTA L INDAGINE ALL ACCERTAMENTO DELLA RIFERIBILITA CERTA
DELL EVENTO ALL AGENTE; LA POSIZIONE DI PROCULO ANCHE A PROPOSITO DEL
GIA ESAMINATO D. 9.2.11 PR. 100 2.3. ESAME DI D. 9.2.7.2: L AZIONE
DIRETTA CONCESSA DA PEGASO CONTRO CHI ABBIA SCHIACCIATO LO SCHIAVO
ALTRUI COL PROPRIO CARICO, A SEGUITO DELLO SCIVOLAMENTO NEL QUALE SIA
INCORSO, O ROVINANDOGLI ADDOSSO PER AVER PERSO L EQUILIBRIO; LA
RICONDUCIBILITA INEQUIVOCA AL SOGGETTO AGENTE DELLA CATENA DI EVENTI POI
SFOCIATA NELLA MORTE DELLO SCHIAVO, QUALE INDICA- TORE FATTUALE DEL
NESSO DI CAUSALITA 105 2.4. D. 9.2.7.7: LA PARADIGMATICA FATTISP». :IE
CELSINA DELLA MORTE OCCORSA ALLO SCHIAVO SPINTO GIU DAL PONTE E LA
CONCESSIONE DEII ACTIO DIRECTA SIA IN 445 IPOTESI DI COLLEGAMENTO
IMMEDIATO DELL ESITO LETALE AL COLPO SUBITO CHE IN IPOTESI DI SUCCESSIVO
ANNEGAMENTO; LE ESITAZIONI DELLA DOTTRINA; L E- VIDENTE APPROCCIO
GIURISPRUDENZIALE ALLA MATERIA ANCHE DA PARTE DI CELSO NELL OTTICA
CAUSALE SIN QUI EMERSA 108 3. LA RIFERIBILITA CAUSALE DEL DANNO,
SANZIONATO CON ACTIO AIRECTA PUR IN AS- SENZA DI UN ATTIVITA FISICA ED
IMMEDIATA, NELLA RIFLESSIONE DI GAIO ED UL- PIANO. PREMESSA 114 3.1. LA
TESTIMONIANZA GAIANA: D. 9.2.8 PR.-L E LA CONCESSIONE DEII ACTIO DI-
RECTA IN IPOTESI DI DANNEGGIAMENTO COLPOSO IN CUI NON SI RAVVISI UNA
DIRETTA E MATERIALE RELAZIONE TRA CONDOTTA ILLECITA ED EVENTO DANNOSO;
IL RAFFRONTO CON COLI. 12.7.7. 115 3.2. LA CONCEZIONE CAUSALE DI ULPIANO
EMERSA TRA LE RIGHE DALLE TESTIMO- NIANZE GIA CONSIDERATE (D. 9.2.11
PR.; D. 9.2.27.34); L ESAME DI D. 9.2.27.33, RELATIVO AD UN DAMNUM
CONSISTENTE NELLA RUPTIO O NELLA FRAC- TIO DI UNA RES DETERMINATASI A
CAUSA DEL MAL POSIZIONAMENTO SUL CARRO DELLE PIETRE TRASPORTATE; L ESAME
DI D. 9.2.7.2 RIGUARDANTE YOCDSIO DELLO SCHIAVO ALTRUI, DETERMINATA DAL
PESO ECCESSIVO COL QUALE SI E OBERATO IL SOGGETTO RESPONSABILE ED IL SUO
COLLEGAMENTO CON D, 9.2.7.1: LE DIF- FICOLTA DOTTRINARIE CIRCA
L INCLUSIONE DI TALI FATTISPECIE NELLA TUTELA AQUI- LIANA; L ESAME DI D.
9.1.1.5-6 RELATIVO AL DANNO ARRECATO DALL AGGRES- SIONE DEL CANE
SFUGGITO ASPERITATE SUA AL CONTROLLO DEL SOGGETTO CHE LO TRATTENEVA:
CONFRONTO CON D. 9.2.11.5 DA CUI EMERGE UNA PIU PRUDENTE VALUTAZIONE DI
ULPIANO DEL DANNO ARRECATO MEDIANTE STRUMENTO, NELLA TEORICA PREVISIONE
DI UN EVENTO ESTERNO INTERFERENTE SUL NESSO CERTO DI CAUSALITA; L ESAME
DI D. 9.2.9.4 E LA MORTE (ARRECATA MEDIANTE STRU- MENTO) DEL SERVO
COLPITO DA UN DARDO MENTRE ATTRAVERSAVA INTEMPE- STIVAMENTE UN CAMPO DI
GIOCO 122 4. PRIME CONSIDERAZIONI DI SINTESI. LE DIFFICOLTA CHE LA
CONCEZIONE MATERIALI- STICA DEL DAMNUM CORPORE SUO DARE HA INNESCATO
NELLA PIANA COMPRENSIONE DELLE TESTIMONIANZE ESAMINATE E LE CONSEGUENTI
PERPLESSITA CHE SOLLEVA IL MODUS PROCEDENDI DELLA DOTTRINA DINANZI ALLA
UNIVOCITA DI UN PANORAMA TE- STUALE - CONSIDERATO NEL SUO STORICO
DIVENIRE - DA CUI RISULTA SMENTITA LA NECESSITA DI UNA RELAZIONE
CORPORALE E DIRETTA TRA CONDOTTA ED EVENTO AI FINI DEL RICONOSCIMENTO
DELLA TUTELA AQUILIANA; LA CRISI DELL ASSUNTO DOTTRINARIO CIRCA IL
SIGNIFICATO ATTRIBUITO AL PRINCIPIO DEL DAMNUM CORPORE SUO DARE 135
SEZIONE II LE TESTIMONIANZE NELLE QUALI RISULTA NEGATA / ACTIO DIRECTA
PUR IN PRESENZA DI UN ATTIVITA FISICA E IMMEDIATA SULLA COSA DANNEGGIATA
1. PREMESSA 137 1.1. ESAME DI D. 9.2.7.3 RELATIVO ALLA MORTE DI UNO
SCHIAVO SCHIACCIATO DA UN SOGGETTO A SEGUITO DELLA SPINTA DA QUESTI A
PROPRIA VOLTA RICEVUTA DA UN TERZO; LA PREVISIONE DI PROCULO, NONOSTANTE
L OCCHIO CONSEGUA IMMEDIATAMENTE AL CONTATTO FISICO E DIRETTO, DI URI
ACTIO IN FACTUM CON- TRO L AUTORE DELLA SPINTA CHE HA INNESCATO L EVENTO
DANNOSO; LA DETER- MINANTE RILEVANZA, ANCORA UNA VOLTA, DEL RUOLO
GIOCATO DALLO STRUMENTO NELLA VALUTAZIONE GIURISPRUDENZIALE DEL NESSO
CAUSALE 138 446 1.2. ESAME DI D. 9.2.53 CONCERNENTE IL PERIMENTO DI
ANIMALI DA TALUNO AC- CALCATI IN UN LUOGO ANGUSTO DAL QUALE PRECIPITANO;
LA DECISIONE DI NE- RAZIO FONDATA SULLA MANCATA EVIDENZA CIRCA LA
RIFERIBILITA CERTA DEL DANNO ALLA CONDOTTA, NONOSTANTE LA RAWISABILE
CONTINUITA MATERIALE TRA COM- PORTAMENTO ED EVENTO 144 1.3. ESAME DELLE
TESTIMONIANZE ULPIANEE: D. 9.2.29.5, RELATIVA AL CASO DELLA NAVE
AFFONDATA A SEGUITO DELLA RECISIONE DELLA FUNE CHE LA TRATTENEVA E D.
19.5.14.1, INTORNO ALLA MORTE PER RAFFREDDAMENTO DELLO SCHIAVO AL QUALE
SIANO STATI SOTTRATTI I VESTITI; L ESCLUSIONE IN ENTRAMBI I CASI, SULLA
BASE DELLA CONSIDERAZIONE DELLE DINAMICHE CAUSALI, DI UNA CONSEQUEN-
ZIALITA EVIDENTE TALE DA POTER IMPUTARE CON CERTEZZA ALL AGENTE L ESITO
DANNOSO, NONOSTANTE L ESISTENZA DI UNA RELAZIONE FISICA E DIRETTA TRA
CONDOTTA ED EVENTO 147 SEZIONE III LE ULTERIORI TESTIMONIANZE UTILI
ALL INDAGINE 1. L ESAME DI D. 9.2.9.3, CONCERNENTE LA PREVISIONE DI URI
ACTIO IN FACTUM DA PARTE DI OFILIO CONTRO CHI AVESSE PROVOCATO
L IMBIZZARRIMENTO DI UN CA- VALLO, A CAUSA DEL QUALE LO SCHIAVO CHE LO
STA MONTANDO PRECIPITA NEL FIUME E MUORE, CORRELATO ALLA DISCORDANTE
VALUTAZIONE DI MELA IN D. 9.2.27.34: LA DIFFERENTE RILEVANZA CHE NELLA
VALUTAZIONE DELLA DINAMICA DEL FATTO PUO AS- SUMERE, A SECONDA DELLE
CIRCOSTANZE, LA RICONDUCIBILITA CERTA AL SOGGETTO, AUTORE
DELL INCITAMENTO, DELLA REAZIONE ANIMALE. LA PIU PRUDENTE INTERPRE-
TAZIONE DELL INCIDENZA DELLO STRUMENTO NEL PENSIERO DI ULPIANO: D.
9.1.1.7; D. 9.2.11.5 150 2. D. 9.2.9 PR. (LABEONE) E D. 9.2.7.6 (CELSO):
LA RIFLESSIONE GIURISPRUDENZIALE SU OCCIDERE E CAUSAM MORTIS PRAESTARE E
LE DIFFICOLTA CHE L ACCOGLIMENTO DOT- TRINARIO DI TALE DISTINZIONE
INTESA COME COROLLARIO DELLA REGOLA ERMENEU- TICA DEL DAMNUM CORPORE
ILLATUM COMPORTA AI FINI DELLA COMPRENSIONE DEL SIGNIFICATO DEL NOSTRO
PRINCIPIO; UNA DIVERSA POSSIBILE LETTURA DELLA RELAZIONE STORICA TRA
L ELABORAZIONE DELLA DISTINZIONE TRA OCCIDERE E CAUSAM MORTIS PRAESTARE
ED IL PRINCIPIO DEL DAMNUM CORPORE SUO DARE 158 SEZIONE IV LA RICERCA
DELLA CAUSALITA CERTA QUALE CRITERIO ISPIRATORE DELLE DECISIONI DEI
GIU- RISTI ROMANI 1. ESITI DELL INDAGINE TESTUALE. LA RICERCA DELLA
CAUSALITA CERTA QUALE CRITERIO ISPIRATORE DELLE DECISIONI DEI GIURISTI
ROMANI, NEL QUALE SI RISOLVONO TUTTE LE APPARENTI DISARMONIE REGISTRATE
166 1.1. CONFERME: LE FATTISPECIE DESCRITTIVE DI DANNO CONSEGUENTE AD
EVENTI DERIVANTI DA COMPORTAMENTI PLURIMI POSTI IN ESSERE IN SUCCESSIONE
OV- VERO CONTESTUALMENTE. ESAME DI D. 9.2.11.3 RELATIVO ALLA OCDSIO
DELLO SCHIAVO FERITO MORTALMENTE DA UN SOGGETTO E SUCCESSIVAMENTE
COLPITO DA UN ALTRO: LA DECISIONE DI CELSO NEL CONTESTO DI D. 9.2.11.1-2
E 4, IN CUI SI PREVEDONO ANCHE CASI DI DANNO CAGIONATO DA CONDOTTE PLU-
447 RIME CONTESTUALI, IMPRONTATA ALLA RICERCA DEL COMPORTAMENTO AL QUALE
RICONDURRE CON CERTEZZA L ESITO FINALE 169 1.2. ESAME DI D. 9.2.51
PR.-2: L IMPOSTAZIONE DELLA DUPLICE PROBLEMATICA IN GIULIANO;
L ESTENSIONE, IN QUALUNQUE CIRCOSTANZA RELATIVA AL CONCORSO DI PERSONE,
DELLA RESPONSABILITA AQUILIANA A TUTTI I SOGGETTI CHE ABBIANO
PARTECIPATO ATTIVAMENTE ALL EVENTO DANNOSO - A PRESCINDERE DALLA SUA
RICONDUCIBILITA ALLA SINGOLA CONDOTTA - PURCHE IL COMPORTAMENTO TE- NUTO
SI POSSA CONSIDERARE IN SE IDONEO ALLA DETERMINAZIONE DEL RISUL- TATO
DANNOSO; LA DIFFORME VALUTAZIONE GIULIANEA DEL PRINCIPIO DI CAU- SALITA
RISPETTO ALLA RIFLESSIONE GIURISPRUDENZIALE PRECEDENTE E COEVA,
PROIETTATA OLTRE IL LIMITE DELLA CERTEZZA SENSIBILE DELLA RIFERIBILITA
DEL- L EVENTO ALLA CONDOTTA LESIVA 175 1.3. ULTERIORI CONFERME CIRCA
L ASSENZA, ANCHE NELLE IPOTESI IN CUI L EVENTO DANNOSO RISULTA
CONSEGUENZA DI FATTI PLURIMI IMPUTABILI AD UNA MOL- TEPLICITA DI
SOGGETTI, DI UNA VALUTAZIONE DI TIPO MECCANICISTICO DEL RAP- PORTO
INTERCORRENTE TRA CONDOTTA ED EVENTO: ESAME DI D. 9.2.45.3 E DI D.
9.2.15.1 188 2. LA FORMULAZIONE ESPRESSA DEL PRINCIPIO DAMNUM CORPORE
SUO DARE COME SINTESI DELLA PLURISECOLARE RIFLESSIONE GIURISPRUDENZIALE
SUL PROBLEMA; IL RI- CORSO ALL ABLATIVO CORPORE SUO: USO IN SENSO
METAFORICO DEL SOSTANTIVO (AT- TRAVERSO IL CORPO ) ESPRESSIVO DELL IDEA
DI CIO CHE E APPREZZABILE COME CAUSA DEL COMPORTAMENTO ESTERIORIZZATO,
E PERCIO CONSTATABILE SECONDO L U- MANA ESPERIENZA , RAFFORZATO
DALL AGGETTIVO POSSESSIVO, ATTO A CIRCOSCRIVERE L INDAGINE
DELL INTERPRETE ALI AGIRE DEL SOGGETTO 194 2.1. LA CONFERMA DERIVANTE
DAL RIESAME DI GAI. 3.219, E L AFFERMAZIONE TE- STUALE DI D. 9.2.9 PR.-L
197 2.2. ULP. 9.1.1.7, COLLEGATO AL TENORE DEI SUCCESSIVI PARAGRAFI 8 E
9 206 3. CONCLUSIONI 208 PARTE SECONDA REM CORPORE POSSIDERE CAPITOLO
PRIMO IL SIGNIFICATO DI REM CORPORE POSSIDERE NELLE MO- DERNE
RICOSTRUZIONI DELLA TEORIA ROMANA DEL POS- SESSO 1. CONSIDERAZIONI
INTRODUTTIVE. L EREDITA STORICA DERIVANTE DALLA CONCEZIONE, DESUNTA
DALLA TEORIA DEL SAVIGNY, DEL CORPORE POSSIDERE COME ESPRESSIONE IN-
DICATIVA DELLA MODALITA FISICA E MATERIALE NECESSARIA ALLA
INDIVIDUAZIONE DEL MOMENTO DETENTIVO DEL POSSESSO E LA SUA INCIDENZA
SULLE MODERNE CONCE- ZIONI POSSESSORIE. LA MARGINALE ATTENZIONE DA
SEMPRE PRESTATA DALLA DOT- TRINA AL ED. ELEMENTO MATERIALE DEL POSSESSO
A CAUSA DELLA SUA APPARENTE EVIDENZA CONCETTUALE E LA CONSEGUENTE
DIFFICOLTA DI TRACCIARE UNA STORIA DELLA STORIOGRAFIA IN ORDINE A TALE
VICENDA 217 2. L ASPETTO MATERIALE DEL POSSESSO SECONDO LA CONCEZIONE
ELABORATA DAL SA- VIGNY NELLA SUA TEORIA ROMANA DEL POSSESSO 223 448 3.
LA RIFLESSIONE SUL CORPORE POSSIDERE NELLA STORIOGRAFIA ROMANISTICA
SUCCESSIVA A SAVIGNY: IL PENSIERO DI JHERING; L ATTEGGIAMENTO CRITICO
DELLA DOTTRINA DI FINE 800 E DI INIZIO SECOLO SCORSO IN ORDINE AL
RICORSO AL TERMINE CORPUS PER INDICARE L ELEMENTO DEL POSSESSO E LA
CONSEGUENTE ADOZIONE DELLA PIU AP- PROPRIATA ESPRESSIONE CORPORE
(POSSIDERE); LA PRESENZA, NELL AMBITO DELLE TEO- RIZZAZIONI POSSESSORIE
DELL EPOCA, DI UNA VISIONE SOSTANZIALMENTE IMPERNIATA SULLA MATERIALITA
DEL FATTO DEL POSSEDERE. L APERTURA DEL BONFANTE VERSO UNA CONCEZIONE
DELL ELEMENTO MATERIALE DEL POSSESSO NON COSTRETTA ENTRO LA DI- MENSIONE
DEFINITA DALLA RELAZIONE CORPORALE CON LA RES MA INTESA IN SENSO
ECONOMICO-SOCIALE; L ADESIONE RACCOLTASI INTORNO A TALE IMPOSTAZIONE 228
3.1. LA COEVA RIFLESSIONE DOTTRINARIA CRITICA INTORNO ALLA CONCEZIONE
POS- SESSORIA TRADIZIONALE: LA TEORIA DEL PEROZZI E LA CONCEZIONE
DELL ANIMO E DEL CORPORE POSSIDERE NON COME ELEMENTI COSTITUTIVI DEL
POSSESSO, BENSI QUALI CONDIZIONI SENSIBILI NECESSARIE AL SORGERE ED
ALLA CONSER- VAZIONE DI ESSO; I SUCCESSIVI CONTRIBUTI SOSTANZIALMENTE
ISPIRATI DA TALE INNOVATIVA VISIONE 246 3.2. LA RIFLESSIONE SUL CORPORE
POSSIDERE NELLA CONSIDERAZIONE DELLA PIU RE- CENTE DOTTRINA: IL GENERALE
CONSTATATO RITORNO ALLA TRADIZIONALE CONFI- GURAZIONE DELL ELEMENTO
MATERIALE DEL POSSESSO, INTESO COME DESCRIT- TIVO DEL CONTATTO FISICO
CHE SI INSTAURA TRA IL SOGGETTO E LA RES, CON- NESSO AL RECUPERATO
UTILIZZO DEL TERMINE CORPUS 255 3.3. LO STATO DELLA QUESTIONE. LE APPRIE
PRESENTI NELLA PROPOSIZIONE DOT- TRINARIA CORRENTE 258 CAPITOLO SECONDO
LA RIFERIBILITA FATTUALE DELLA POSSESSIO NELLA RIFLES- SIONE E NEL
LINGUAGGIO DEI GIURISTI ROMANI PREMESSA. LE RAGIONI CHE INDUCONO A
RITENERE INSODDISFACENTE IL COMUNE ORIEN- TAMENTO DOTTRINARIO IN ORDINE
AL SIGNIFICATO DA RICONNETTERE ALL ESPRESSIONE CORPORE IN MATERIA
POSSESSORIA E L ESIGENZA DI UNA VERIFICA DELLA VALUTAZIONE
GIURISPRUDENZIALE DEL FATTO DEL POSSEDERE CORPORE. IL METODO DI
INDAGINE: PRELIMINARE DISAMINA DELLE TESTIMONIANZE CHE ESPRESSAMENTE
CONTENGONO IL RIFERIMENTO ALL ABLATIVO CORPORE MUOVENDO DA QUELLE DI ETA
PIU MATURA, NELLE QUALI IL SIGNIFICATO DELL ESPRESSIONE APPARE ORAMAI
CONSOLIDATO; RICON- SIDERAZIONE DEL PENSIERO GIURISPRUDENZIALE INTORNO
AL MOMENTO DELLA EVI- DENZA SENSIBILE DEL POSSESSO, NEL SUO STORICO
DIVENIRE 263 SEZIONE I LE TESTIMONIANZE NELLE QUALI RICORRE
L ESPRESSIONE CORPORE PER ESPRIMERE LA RI- FERIBILITA FATTUALE DELLA
POSSESSIO 1. CORPORE NELLE TESTIMONIANZE DI PAOLO 268 1.1. ESAME DEI
TESTI IN CUI L ESPRESSIONE VIENE UTILIZZATA IN RELAZIONE AL- L ACQUISTO
DEL POSSESSO. D. 41.2.3.1 CONTENENTE LA NOTA PREVISIONE DELLA PRESA DI
POSSESSO DI UN FONDO MEDIANTE UN COMPORTAMENTO CONSI- 449 STENTE NON GIA
NEL CIRCUMAMBULARE OMNES GLEBAS FUNDI BENSI NEL SEM- PLICE INTROIRE
QUAMLIBET PARTEM EIUS FUNDI, SUPPORTATO DALL INTENZIONE DI POSSEDERLO
PER INTERO; RAGIONI DELL INAPPAGANTE SPIEGAZIONE DOTTRI- NARIA
DELL ABLATIVO CORPORE COME ESPRESSIONE MERAMENTE DESCRITTIVA DEL
CONTATTO FISICO CON LA RES; SUO RIFERIMENTO PIUTTOSTO AL COMPORTAMENTO
VISIBILE (NEL SENSO DI EVIDENTE, INEQUIVOCABILE, CHE DUNQUE SI PUO MAS-
SIMAMENTE ESTRINSECARE ATTRAVERSO IL CONTATTO, NON ESAURENDOSI TUTTA-
VIA IN ESSO), LA CUI AVVENUTA ATTUAZIONE CONSENTE, IN BASE AD UNA VA-
LUTAZIONE DI ESPERIENZA, DI RIFERIRE CON CERTEZZA AL SOGGETTO L APPARTE-
NENZA DELLA RES CHE NE COSTITUISCE OGGETTO 269 1.2. CONFERME DERIVANTI
DALL USO DELL ABLATIVO CORPORE IN D. 41.2.1.3, D. 41.2.41 E D.
41.2.1.21: LA CONSTATATA CONNESSIONE TRA L ESIGENZA DI CER- TEZZA ED
INEQUIVOCABILITA CHE IL MOMENTO ACQUISITIVO RICHIEDE E IL NE- CESSARIO
ESPLICARSI DEL COMPORTAMENTO DEL POSSESSORE ATTRAVERSO MO- DALITA
VISIBILMENTE ESPRESSIVE DELLA RELAZIONE SENSIBILE INSTAURATASI CON LA
RES 275 1.3. ESAME DEI TESTI IN CUI L ESPRESSIONE VIENE UTILIZZATA IN
RELAZIONE ALLA CONSERVAZIONE ED ALLA PERDITA DEL POSSESSO: D. 41.2.3.8 E
LA RITENZIONE ANIMO DEL POSSESSO DEL FONDO ABBANDONATO DAL SERVO O DAL
COLONO; CORPORE COME INDICATIVO DELLA PERSISTENTE RICONDUCIBILITA
SOCIALE DELLA RES AL POSSESSORE (FIN TANTO CHE NON SI DETERMININO FATTI
CHE INDUCANO A CONSIDERARE INTERROTTA QUELLA RIFERIBILITA INIZIALE); LE
CONFERME DERI- VANTI DALLA PRESENZA DELL ESPRESSIONE IN D. 41.2.8 (D.
50.17.153) 283 2. LA PRESENZA DELL ESPRESSIONE CORPORE NELLE
TESTIMONIANZE DI ULPIANO E PA- PINIANO. PREMESSA 293 2.1. ESAME DEI
TESTI DI ULPIANO IN CUI COMPARE CORPORE: LO SCARSO CONTRI- BUTO
RISULTANTE DAL TENORE DI D. 41.2.29; L IMPORTANTE TESTIMONIANZA FORNITA
DA D. 43.16.1.24 E E D. 43.16.1.26, RELATIVI ALLA CIRCOSTANZA DELLA
DEIECTIO SUBITA DAL POSSESSORE IMPEDITO DI RIENTRARE NEL PROPRIO IM-
MOBILE O TRATTENUTO LONTANO DA ESSO, E LA LORO CONTROVERSA INTERPRE-
TAZIONE DOTTRINARIA; LA LOCUZIONE CORPORE POSSIDERE INDICATIVA, NELLA
FAT- TISPECIE, DEL COMPORTAMENTO CHE CONSENTE DI RIFERIRE INEQUIVOCABIL-
MENTE AL SOGGETTO LA RES, A PRESCINDERE DAL SUO ESTERIORIZZARSI IN FATTI
CHE PRESUPPONGONO UNA RELAZIONE FISICA CON IL BENE 294 2.2. ESAME DEI
TESTI DI PAPINIANO: CORPORE IN D. 41.2.44.1 E 2, DESCRITTIVO NON GIA DEL
CONTATTO FISICO CON LA RES, BENSI DEL FATTO COMPORTAMEN- TALE IN CUI SI
SOSTANZIA LA CONDIZIONE DI SOGGETTO POSSESSORE; LA CON- FERMA, TRATTA IN
PARTICOLARE DAL SECONDO FRAMMENTO, DEL SUFFICIENTE PER- SISTERE - AI
FINI DELLA CONSERVAZIONE DEL POSSESSO - DELLA SUA RIFERIBI- LITA CERTA
AL SOGGETTO, IN ASSENZA DI ACCADIMENTI INTERRUTTIVI DI ESSA; IL
MUTAMENTO DI SCENARIO DETERMINATO, NEL CASO DI POSSESSO DELL IMMO- BILE
ESERCITATO CORPORE ALIENO, DAL FATTO DELL INTRUSIONE IN ESSO DI UN
ESTRANEO; CORPORE IN D. 41.2.47 304 3. PRIME CONSIDERAZIONI SUL
SIGNIFICATO DELL ESPRESSIONE NEL LINGUAGGIO DELLA GIURISPRUDENZA
SEVERIANA 315 4. CORPORE NELLE TESTIMONIANZE DEI GIURISTI PRE-SEVERIANI.
PREMESSA: IL DIRA- DARSI DELL USO DELL ESPRESSIONE NEL LINGUAGGIO
GIURISPRUDENZIALE MENO RE- CENTE, IN UNO CON LA SUA CONSTATABILE MINORE
FORZA SINTETICO-DESCRITTIVA 317 4.1. LE SCARNE INFORMAZIONI SUL
SIGNIFICATO DELL ABLATIVO CORPORE DESUMIBILI 450 DA D. 41.2.19.1 DI
MARCELLO E DA D. 43.26.15.4 DI POMPONIO; IL MAG- GIORE INTERESSE
SUSCITATO AL RIGUARDO DA D. 41.2.25.2, CONCERNENTE UNA QUAESTIO IN
ORDINE ALLA POSSIBILE CONSERVAZIONE SOLO ANIMO DEL POS- SESSO IN CASO DI
OCCUPAZIONE DA PARTE DI ALTRI DELLA RES, IN CUI L ARGO- MENTAZIONE
CONDOTTA DA POMPONIO APPARE INCENTRARSI SULLA RILEVANZA E SULLA
GRADUAZIONE DEI COMPORTAMENTI NECESSARI ALLA EVIDENZIAZIONE DEL MOMENTO
DELLA PERDITA DEL POSSESSO, SENZA RIFERIMENTO A VALUTA- ZIONI IN TERMINI
FISICI DEL FATTO DEL POSSEDERE 318 4.2. L USO PROMISCUO DI CORPUS E
DELLE ESPRESSIONI DERIVATE NEL LINGUAG- GIO DI GIAVOLENO: L ESAME DI D.
41.2.1.21 E D. 41.2.51 DA CUI EMERGE TRACCIA DI UNA GIA AVVIATA
RIFLESSIONE GIURISPRUDENZIALE SULLA RIFERIBI- LITA FATTUALE DELLA
POSSESSIO (INDIVIDUATA NEL COMPORTAMENTO CHE SI IN- STAURA CON UN CORPUS
IDENTIFICATO, COL QUALE LA RELAZIONE E OGGETTI- VAMENTE POSSIBILE) - NON
ANCORA TUTTAVIA FORMALIZZATASI LINGUISTI- CAMENTE; LA CONFERMA
DERIVANTE DA D. 46.3.79; L AFFIORANTE VALENZA SINTETICO-DESCRITTIVA
DELL ESPRESSIONE CORPORALITER IN D. 41.2.23.1 E IN D. 41.2.24 327 5.
CONCLUSIONI 347 SEZIONE II LE TESTIMONIANZE NELLE QUALI LA RIFERIBILITA
FATTUALE DELLA POSSESSIO VIENE DE- SCRITTA SENZA RICORRERE ALL USO
DELL ESPRESSIONE CORPORE PREMESSA. LA NECESSITA DI ESTENDERE L INDAGINE
OLTRE IL FRONTE DELLE TESTIMO- NIANZE TESTUALI CONTENENTI ESPLICITO
RIFERIMENTO ALL ABLATIVO CORPORE, PER VA- LUTARE COME SI VENNE
STORICAMENTE ATTEGGIANDO LA RIFLESSIONE GIURISPRUDEN- ZIALE - DALLA
QUALE SAREBBE POI SCATURITA L ADOZIONE DELLA NOSTRA ESPRESSIONE - IN
ORDINE ALL INDIVIDUAZIONE DEGLI INDICATORI CHE CONSENTONO DI RITENERE
INSTAURATASI UNA RELAZIONE POSSESSORIA 351 1. I PRESUPPOSTI FATTUALI
DELL APPARTENENZA: LA RIFLESSIONE GIURISPRUDENZIALE SULLE MODALITA DI
IDENTIFICAZIONE DELLA RES, COME PRESUPPOSTO NECESSARIO PER L AC-
CERTAMENTO DELLA SUA POSSIBILE RIFERIBILITA AL SOGGETTO, STORICAMENTE
DOCU- MENTATA DAL TENORE DI D. 41.2.3.3 (PAOLO) IN RELAZIONE ALLA
FATTISPECIE DEL- L ACQUISTO DEL TESORO SEPOLTO NEL FONDO. LE DIVERSE
POSIZIONI A CONFRONTO: LA CONCEZIONE DEI GIURISTI REPUBBLICANI, CHE
SVINCOLANO IL MOMENTO DEL- L ACQUISTO DEL POSSESSO DALLA NECESSITA DI
UNA RELAZIONE SENSIBILE CON LA RES (IL TESORO E POSSEDUTO SE SI POSSIEDE
IL FONDO, ANCHE SENZA CHE SI ABBIA CONSAPEVOLEZZA DELLA SUA ESISTENZA);
L OPINIONE DI NERAZIO E PROCULO, SO- STENITORI DELL ACQUISTO DEL
POSSESSO DEL TESORO CONSEGUENTE SOLO ALLA INTER- VENUTA SCIENTIA DELLA
SUA ESISTENZA NEL FONDO, A PRESCINDERE DALLA CONO- SCENZA DELLA SUA
CONCRETA CONSISTENZA FISICA; L ORIENTAMENTO DI SABINO, CON- DIVISO DA
PAOLO, CHE RITIENE INSUFFICIENTE LA SOLA CONSAPEVOLEZZA DELL ESI- STENZA
DELLA RES NEL FONDO, RICHIEDENDO INVECE LA NECESSITA DI UNA CONSTA-
TAZIONE FISICA DELLA ESISTENZA DEL TESORO. IL TESTO COME SINTESI DEL
PERCORSO COMPIUTO DALLA GIURISPRUDENZA ROMANA IN MATERIA DI PERCEZIONE
SENSIBILE DEL FATTO CHE CONFERISCE CERTEZZA ALLA RELAZIONE DI
APPARTENENZA DELLA COSA AL SOGGETTO 355 2. LA RIFERIBILITA FATTUALE
DELL APPARTENENZA: LA RIFLESSIONE SULL ACCERTAMENTO 451 DELLA
RIFERIBILITA DELLA RES AL SOGGETTO NELLA GIURISPRUDENZA DI ETA REPUBBLI-
CANA ED ALTO-IMPERIALE 369 2.1. LE TESTIMONIANZE CONCERNENTI L ACQUISTO
DEL POSSESSO MEDIANTE OCCU- PATIO: L ESAME DI D. 41.1.5.1 (GAIO)
RELATIVO ALLA QUAESTIO CHE OPPONE L OPINIONE DI TREBAZIO A QUELLA DEI
PLERIQUE, CUI ADERISCE GAIO, RELA- TIVA ALLA POSSIBILITA O MENO DI
CONSIDERARE IMMEDIATAMENTE OCCUPATO L ANIMALE CACCIATO, CHE SIA STATO
FERITO IN MODO TALE DA RENDERNE POS- SIBILE L APPRENSIONE; L ATTENZIONE
MOSTRATA NELLA FATTISPECIE DALLA GIURI- SPRUDENZA AL PROBLEMA
DELL INDIVIDUAZIONE DEL MOMENTO CHE RENDE RI- CONOSCIBILE LA POSSESSIO:
L ASSENZA DI PRESUPPOSTI PURAMENTE MATERIALI- STICI. L ESAME DI D.
41.1.55 RELATIVO ALLA QUAESTIO SORTA INTORNO AL CASO DELL OCCUPATIO DEL
CINGHIALE RIMASTO IMBRIGLIATO NELLE RETI POSTE DAL CAC- CIATORE E POI
SUCCESSIVAMENTE SCIOLTOSI (O LIBERATO DA UN TERZO); LA NA- TURA
COMPORTAMENTALE DELL INDAGINE CONDOTTA DA PROCULO E L ATTENZIONE
ALL EFFICACIA DELLO STRUMENTO UTILIZZATO, LA CUI VALUTAZIONE CONSENTE DI
RITENERE SORTA L APPARTENENZA ANCHE IN RELAZIONE AD UNA RES DI CUI NON
SIA NOTA L IDENTITA FISICA 369 2.2. LE TESTIMONIANZE CONCERNENTI
L ACQUISTO DEL POSSESSO MEDIANTE TRADI- TIO: L ESAME DI D. 18.6.15
(14).L E DI D. 18.6.1.2 IN MATERIA DI TRADI- TIO DI RES OBSIGNATAE E LE
POSIZIONI DI ALFENO, TREBAZIO, LABEONE (ED ULPIANO); LA VALUTAZIONE
DELL IDONEITA DEL COMPORTAMENTO DELL EMPTOR, IN RELAZIONE ALLE
SPECIFICHE CIRCOSTANZE FATTUALI, QUALE UNICO CRITERIO AT- TRAVERSO CUI
VIENE ACCERTATA DAI GIURISTI LA REALIZZAZIONE DELL EFFETTO TRA- SLATIVO,
A PRESCINDERE DAL RILIEVO DELLA AVVENUTA O MENO APPRENSIONE MATERIALE
DELLA RES 377 3. LA RIFERIBILITA FATTUALE DELL APPARTENENZA: LA
RIFLESSIONE SULL ACCERTAMENTO DELLA RIFERIBILITA DELLA RES AL SOGGETTO
NELLA GIURISPRUDENZA DEL I E DEL II SE- COLO D.C. 380 3.1. LA
CONTINUITA, CON LA PROSPETTIVA ERMENEUTICA SIN QUI EMERSA, RISCON-
TRABILE NEL PENSIERO DI GIAVOLENO; LA CONFERMA DERIVANTE DALL ESAME DI
D. 412.22 380 3.2. ESAME DI D. 41.2.3.13, CHE VEDE DA NERVA AFFERMATA LA
CONSERVAZIONE DELLA POSSESSIO SULLE RES MOBILI CHE, PUR NON ESSENDO
MATERIALMENTE POSSEDUTE, SUB CUSTODIA NOSTRA SINT (POTENDOSENE
ACQUISTARE LA NATU- RALIS POSSESSIO FINCHE PERDURA TALE CIRCOSTANZA); LA
RILEVANZA CHE NEL CON- TESTO ASSUME LA CUSTODIA QUALE PARAMETRO
SOCIALE , PER DETERMINARE LA RIFERIBILITA ATTUALE DI UNA RES AD UN
SOGGETTO; IL CONSONANTE TENORE DI D. 41.2.44 PR. E D. 41.2.47,
RIVELATORI DELL ATTENZIONE PRESTATA AL COM- PORTAMENTO, E NON AL FATTO
DELLA FISICA RELAZIONE CON LA RES, AI FINI DELLA PERSISTENZA DEL
POSSESSO. IL CONTESTO NEL QUALE IL FRAMMENTO DI NERVA TROVA
COLLOCAZIONE: ESAME DI D. 41.2.3.14-16, DA CUI EMERGE RAFFORZATA L IDEA
DELLA INSUFFICIENZA DELLA VISIONE MATERIALISTICA DELLA POSSESSIO, CHE
VIENE INFATTI RICONOSCIUTA E CONSERVATA ATTRAVERSO L UTILIZZAZIONE DI
PA- RAMETRI VALUTATIVI DIVERSI DAL CONTATTO FISICO E TRA I QUALI SPICCA
QUELLO DELLA CUSTODIA 383 3.3. LA RIFLESSIONE CELSINA CONTENUTA IN D.
41.2.18.2-4 E L EMERSIONE DELLA COSTANTE ESIGENZA, NELLA DIVERSITA DI
FATTISPECIE RAPPRESENTATE, DI RICO- NOSCIBILITA DELLA POSSESSIO
ATTRAVERSO INDICATORI INEQUIVOCI DEL FATTO CHE SI E CERTAMENTE
INSTAURATA TRA SOGGETTO E RES UNA RELAZIONE POSSESSO- 452 RIA, LA QUALE
PERDURA IN ASSENZA DI COMPORTAMENTI SOCIALMENTE AP- PREZZABILI COME
IDONEI A RIVELARE UN INTERVENUTO MUTAMENTO NELL AM- BITO DI QUELLA
RELAZIONE CERTA 399 3.4. L ESAME DEL CONTROVERSO TENORE DI D. 41.2.40.1
DI AFRICANO (GIULIANO), RELATIVO ALLA VICENDA DELLA SORTE DEL FONDO
CONSEGUENTE ALLA MORTE DEL- L INTERMEDIARIO; LE DIFFICOLTA DOTTRINARIE
IN ORDINE AD UNA PIANA COM- PRENSIONE DEL TESTO; LA SUA DISTENSIONE
NELLA VALUTAZIONE DEL FATTO SEN- SIBILE DEL POSSEDERE OPERATA ATTRAVERSO
IL CRITERIO DELLA RIFERIBILITA CERTA DELLA RES AL SOGGETTO 405 3.5. LE
CONFERME NELLA RIFLESSIONE DI POMPONIO IN D. 41.2.25.1 E D. 41.2.31
RELATIVI ALLA CONSERVAZIONE DEL POSSESSO NONOSTANTE IL SOPRAGGIUNGERE DI
EVENTI CHE COLPISCONO L INTERMEDIARIO, E DUNQUE IN ASSENZA DI CON-
TINUITA MATERIALE: LA SPIEGAZIONE NELLA NATURA DEI FATTI OCCORSI
ALL INTER- MEDIARIO, CHE NON HANNO POTUTO INCIDERE SULLA RIFERIBILITA
DELLA RES AL TITOLARE, RIMASTA INALTERATA NELLA CONSIDERAZIONE SOCIALE;
ULTERIORI CON- FERME DA D. 41.2.25 PR. E DA D. 41.2.26 415 CONCLUSIONI
GENERALI 423 INDICE DEGLI AUTORI CITATI 429 INDICE DELLE FONTI 439 453
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spelling | Piro, Isabella 1963- Verfasser (DE-588)1067450718 aut Damnum corpore suo dare rem corpore possidere l'oggettiva riferibilità del comportamento lesivo e della possessio nella riflessione e nel linguaggio dei giuristi romani Isabella Piro Napoli [etc.] Ed. Scientifiche Italiane 2004 453 S. 24 cm txt rdacontent n rdamedia nc rdacarrier Pubblicazioni della Facoltà di giurisprudenza / Università degli studi di Catanzaro Magna Graecia 56 Contains bibliographical references, notes and indices (pp. 429-442) Damages (Roman law) Malicious mischief (Roman law) Torts (Roman law) Begriff (DE-588)4005248-5 gnd rswk-swf Römisches Recht (DE-588)4050306-9 gnd rswk-swf Körper (DE-588)4031575-7 gnd rswk-swf Römisches Recht (DE-588)4050306-9 s Körper (DE-588)4031575-7 s Begriff (DE-588)4005248-5 s DE-604 Università degli studi di Catanzaro Magna Graecia Pubblicazioni della Facoltà di giurisprudenza 56 (DE-604)BV014804443 56 GBV Datenaustausch application/pdf http://bvbr.bib-bvb.de:8991/F?func=service&doc_library=BVB01&local_base=BVB01&doc_number=013168107&sequence=000001&line_number=0001&func_code=DB_RECORDS&service_type=MEDIA Inhaltsverzeichnis |
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