La questione tunisina da Crispi a Rudinì ed il "colpo di timone" alla politica estera dell'Italia:
Gespeichert in:
1. Verfasser: | |
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Format: | Buch |
Sprache: | Italian |
Veröffentlicht: |
Milano
Giuffrè
1967
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Schriftenreihe: | Università degli Studi <Milano>. Facoltà di Giurisprudenza: Pubblicazioni. Serie 2. Storia dei trattati e politica internazionale.
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Titel: La questione tunisina da Crispi a Rudinì ed il "colpo di timone" alla politica estera dell'Italia
Autor: Serra, Enrico
Jahr: 1967
INDICE-SOMMARIO
fvS-
Dedica
Avvertenza
Prefazione
Fonti inedite xvii
Capitolo Primo
LA DENUNCIA DEL TRATTATO ITALO-TUNISINO
E LA RIPRESA DELLA POLEMICA TRA ITALIA E FRANCIA
?. La consegna al governo italiano della nota francese di denuncia del
trattato italo-tunisino del 1868 - Importanza di quest'ultimo per l'Ita¬
lia - La polemica in previsione della denuncia. Le dichiarazioni alla
Camera dell'on. Cirmeni, i voti della Camera di Commercio francese
di Tunisi, e gli articoli della stampa francese. - La replica dell'Italie
e della Tribuna: il possibilismo della Consulta e la rigidità della
presidenza del Consiglio. Le ingerenze della Francia e della Russia
in Abissinia 1
2. Il silenzio del governo italiano - Il dibattito alla Camera sulle que¬
stioni abissine e sui fatti di S. Giovanni di Moriana - La modera¬
zione del ministro Blanc verso la Francia - La notizia della denuncia
del trattato italo-tunisino diramata a Parigi. La posizione della stampa
italiana. I fogli crispini per la validità delle capitolazioni quo ante.
L'abbinamento del trattato tunisino a quello commerciale italo-
francese 14
η Il governo italiano contesta la legittimità della denuncia non avendo
riconosciuto il trattato del Bardo - Il testo della risposta italiana. La
intransigenza di Crispí - L'importanza del trattato anglo-tunisino e
l'atteggiamento inglese non del tutto soddisfacente - L'aggravarsi della
tensione psicologica - Una nuova nota francese per opporre « ogni -
riserva utile » alla posizione assunta dall'Italia. Tensione italo-fran¬
cese. L'irrigidimento di Crispí ed il possibilismo dell'ambasciatore
Tornielli 19
XX
INDICE-SOMMARIO
Capitolo Secondo
CRISPI ED IL PROBLEMA TUNISINO
peg.
?. Francesco Crispí: il complesso e contraddittorio personaggio. Le due
componenti della sua politica verso la Francia. La posizione di fondo
contraria ad un Paese che avrebbe fatalmente sbarrato la strada al¬
l'Italia. Crispí contro l'annessione alla Francia di Nizza e Savoia e
contro la Convenzione di settembre. La questione romana. La mis¬
sione di Roma e l'accento sulla direttrice mediterranea ed africana.
L'ostacolo francese. Il distacco dal Mazzini ed i pericoli del repubbli¬
canesimo. L'ammirazione per la Prussia. La difesa dell'Austria-
Ungheria come una « barricata » contro gli slavi. L'irredentismo
quale « problema diplomatico». Crispí contro le agitazioni irrédentiste 29
2. Sospetti e diffidenze in Francia. Difficoltà di Crispi con gli amba¬
sciatori francesi in Italia. Particolare sensibilità di Crispi per il pro¬
blema tunisino. Il progetto di una denuncia del protocollo del 1884
con cui l'Italia aveva rinunciato alla giurisdizione consolare nella
Reggenza. Spiegabile reticenza degli alleati e dell'Inghilterra. L'in¬
cidente del consolato francese di Firenze a proposito di un suddito
tunisino. L'abolizione delle capitolazioni a Massaua voluta dal Cri¬
spi e la reazione di Parigi. Nuove leggi francesi sull'insegnamento
e le Scuole italiane della Reggenza 41
3. Le fortificazioni di Biserta ed il deludente atteggiamento di lord Sa¬
lisbury. La revisione del Trattato anglo-tunisino, la clausola della
nazione più favorita e l'Italia. La « trincea inglese ». Allarme per
un patto tra la Francia ed il Bey per cui la prima avrebbe ottenuto
piena sovranità alla morte del secondo. Crispi punta sulla Tripoli-
tania. La Germania sollecita l'Italia ad assicurarsi l'appoggio del¬
l'Inghilterra nelle questioni mediterranee. Crispi tenta invano di ri¬
solvere il problema tunisino con la Francia, abbinandolo al « pacifico
acquisto » della Tripolitania. La questione tunisina durante i governi
Rudinì e Giolitti. Il problema della denuncia del trattato italo-
tunisino ed un'iniziativa del ministro Brin. Il ritorno di Crispi alla
direzione del governo. Conseguenze della guerra tariffaria e dell'al¬
leanza franco-russa 52
Capitolo Terzo
ALBERTO BLANC, LA CRISI DELLE ALLEANZE
E L'ATTEGGIAMENTO DELLA DIPLOMAZIA ITALIANA
?. Alberto Blanc, il collaboratore di Cavour, il patriota ed il diplo¬
matico. Segretario generale del Ministero degli Esteri sotto Visconti
Venosta e Mancini, poi ambasciatore a Costantinopoli, fu un pro¬
tagonista della triplice alleanza e della triplice mediterranea. Il dis-
INDICE-SOMMARIO
XXI
senso con Rudinì sulla politica verso l'Inghilterra ed il suo colloca¬
mento a riposo. Crispi gli affida il portafoglio degli Esteri. Blanc
e la crisi delle alleanze. Ammirazione per la Prussia e polemica
anti-francese. Le sue severe critiche contro i governi Rudinì e Gio-
litti, contro il re e contro il governo tedesco per aver indebolito la
Triplice. Il collegamento tra politica estera ed esercito, tra politica
estera ed economia. Il suo programma di politica estera: rilancio del
« sistema di Robilant » e ristabilimento della solidarietà italo-inglese.
Il difficile problema della garanzia inglese alle coste italiane. Blanc
e l'occupazione di Cassala. Il problema tunisino e l'atteggiamento di
Londra. La scoperta di Tornielli. Precedenti impegni con la Francia
rendono la « trincea inglese » assai debole 66
2. Blanc e l'atteggiamento della « carriera ». Il timore che le « ade¬
renze franco-russe » di alcuni alti diplomatici avessero un effetto
paralizzante sul suo programma. Suo progetto di un grande movi¬
mento diplomatico. I due collaboratori del Ministro, Pisani Dossi e
Levi. La personalità di Alberto Pisani Dossi, letterato e diplomatico.
Il suo distacco da Crispi. Primo Levi, la sua varia e complessa atti¬
vità presso la Consulta. I rapporti con la stampa. La posizione di Co¬
stantino Nigra e la « camarilla di Corte ». Il tentativo di trasfe¬
rire l'ambasciatore a Parigi. Netto rifiuto di Nigra. Il richiamo del¬
l'ambasciatore Collobiano da Costantinopoli e la sua sostituzione con
Tommaso Catalani. Un curioso incidente di protocollo. Le istruzioni
di Blanc a Catalani ed il carattere « attivo » della presenza italiana
in Oriente
3· La posizione dell'ambasciatore a Londra, Giuseppe Tornielli. Blanc
considerava nefasta la sua azione e controproducente la sua perma¬
nenza a Londra. La personalità dell'ambasciatore. L « incidente
Busch ». Antitriplicista e possibilista. L'insoddisfacente rappresen¬
tanza italiana a Pietroburgo quando la Russia si andava affiancando
alla Francia. Blanc progetta di trasferire Tornielli a Pietroburgo.
Voci di dimissioni di Blanc. La questione marocchina, 1 atteggia¬
mento di Tornielli e quello del Ministro degli Esteri. Tornielli
non accetta la sede di Pietroburgo e viene collocato a disposizione.
Una significativa lettera di Blanc al gen. Ponzio Vaglia, aiutante
del re. Il gen. Ferrerò, amico di Blanc, destinato ali ambasciata di
Londra. Valente matematico e geografo di fama internazionale. Tri¬
plicista e fautore di una più attiva politica militare. Un collaboratore
fedele 104
Capitolo Quarto
DALLA SOSTITUZIONE DI RESSMAN CON TORNIELLI
ALLE «APERTURE» DI CRISPI-BLANC
*· L ambasciatore a Parigi, Costantino Ressman. Patriota, triestino, col¬
laboratore di Nigra. Le severe critiche rivoltegli dal ministro Blanc
INDICE-SOMMARIO
che intendeva trasferirlo a Pietroburgo. La visita a Roma dell'ex
ministro Maurice Rouvier ed il fallimento del tentativo di ravvicina¬
mento tra i due Paesi. L'irritazione di Crispi ed il precipitoso ri¬
chiamo del Ressman. Polemica in Italia ed in Francia sul licen¬
ziamento di quest'ultimo. Attacchi della stampa Crispina contro
l'ambasciatore francese Billot. Tentativo da parte di Blanc di abbi¬
narne il richiamo a quello di Ressman. La carriera e la personalità
di Billot ed i suoi difficili rapporti con Crispi. La salda amicizia tra
Billot ed il ministro Hanotaux. Quest'ultimo riconferma la sua fidu¬
cia nell'ambasciatore. L'episodio Ressman costituì « la punta estrema
di tensione fra i due paesi ». Billot rafforzato dalla precipitosa mano¬
vra di Crispi
La scelta di Tornielli non era piaciuta a Billot. Un'infelice battuta
e la carriera dell'ambasciatore italiano. La sua fede nell'arte diplo¬
matica. Le istruzioni « aperturiste » di Blanc. La questione del trat¬
tato di commercio italo-francese ed i danni della guerra tariffaria e
di quella finanziaria. La delimitazione delle sfere d'influenza italo-
francesi in Africa Orientale. L'equivoco sul riconoscimento del pro¬
tettorato italiano sull'Abissinia. La Francia contesta i diritti italiani
sull'Harrar. A negoziato praticamente concluso, Parigi sospende le
trattative nel 1891 in seguito al rinnovo della Triplice. L'accordo
anglo-italiano del 1894 e l'interesse francese. Gabriel Hanotaux. Per¬
sonalità e politica del nuovo ministro degli Esteri francese. Dubbi
sul suo atteggiamento verso la Germania. Preoccupazioni italiane
sul mancato appoggio da parte degli alleati. Questi incoraggiano
l'Italia ad accordarsi con la Francia e l'Inghilterra nelle questioni
africane e mediterranee. Il monito di Blanc
Tornielli « rompe il ghiaccio » con Hanotaux e gli consegna un
« memorandum » sulla delimitazione africana. Il traffico d'armi a
favore di Menelik attraverso Obock e Gibuti. I russi si affiancano
ai francesi in Etiopia. L'espulsione dei « Pères Lazaristes » dall'Eri¬
trea e dal Tigré. L'opera distensiva di Tornielli e le preoccupazioni
di Blanc. Hanotaux annuncia l'esistenza di un'alleanza franco russa.
Nigra rifiuta l'ambasciata di Pietroburgo. L'importanza storica della
Duplice e l'inizio di una politica attiva da parte della Francia. Ri¬
sposta negativa al « memorandum » italiano sull'Africa. Blanc de¬
nuncia il e casus foederis » senza successo. La convenzione com¬
merciale franco-svizzera e le deluse speranze italiane. Il problema
tunisino: la pregiudicata situazione austro-tedesca e l'offensiva fran¬
cese per la revisione del trattato anglo-tunisino. Il console inglese di
Tunisi fa presente al suo governo il danno che deriverebbe agli ita¬
liani e agli altri stranieri dall'abrogazione del trattato anglo-tunisino
e della clausola della nazione più favorita che questo conteneva.
L'impegno già preso da Salisbury in favore della revisione del
trattato .
INDICE-SOMMARIO
Capitolo Quinto
LE TRATTATIVE SU TUNISI
COMPLICATE DALLA QUESTIONE ROMANA
E DA QUELLA ABISSINA
Il trattato italo-tunisino ed i privilegi concessi agli italiani. Fiorente
sviluppo della colonia italiana. Le rivendicazioni francesi legate alla
denuncia del Trattato. Si poteva contestare la legittimità della denun¬
cia francese? Il mancato riconoscimento da parte italiana del trattato
del Bardo ed alcuni incidenti significativi. La questione di principio
contraddetta talvolta in pratica con vari sotterfugi. Altro quesito: la
Francia poteva legittimamente contrarre un'unione doganale con la
Tunisia? Dal momento che la Tunisia era uno Stato mussulmano
vassallo della Turchia e vincolato dalle capitolazioni, la risposta po-
tesa essere negativa. Il regime delle capitolazioni ed i vari accordi tra
il Bey e gli Stati italiani prima dell'Unità. Dubbi sull'opportunità e
sul diritto di contestare la legittimità della denuncia francese. Tor-
nielli insiste sull'opportunità di negoziare finché sussistono « di¬
sposizioni favorevoli»
Le elezioni amministrative e quelle politiche. Il movimento cattolico,
il non expedit e l'irritazione di Crispí. L'annuncio della solenne cele¬
brazione del venticinquennale della breccia di Porta Pia e le reazioni
francesi: il ricordo della Convenzione del 1864. Polemica a proposito
di un articolo di Nigra sugli avvenimenti del 1870.1 ricordi di Artom
e di Visconti Venosta. La reazione francese. La diplomazia austriaca
in favore dell'astensione delle potenze cattoliche dalla celebrazione
del XX Settembre. L'atteggiamento ostile dell'ambasciata francese.
Hanotaux riesce a dimostrare che la « questione romana » fa ancora
parte del contenzioso italo-francese. Il successo di Crispi rende chiaro
ai francesi che essi non possono più sperare di sollevare con successo
la « questione romana ». Nonostante gli sforzi di moderazione dei due
governi, si riaccende la polemica italo-francese. Esplosioni antìtaliane
a Nizza per pretese manifestazioni irrédentiste. La soppressione de II
Pensiero. L'attacco della Tribuna contro il residente francese a Tu¬
nisi e la sorprendente difesa di quest'ultimo da parte de L Unione .
Billot trova Crispi conciliante. Le aperture italiane e le disposizioni
di Hanotaux. La opportunità di evitare polemiche tra i due paesi.
Crispí, Baratieri ed il peggioramento della situazione italiana in
Africa. La politica di Hanotaux verso l'Abissinia e l'intricata que¬
stione del transito di armi per il Negus attraverso il possedimento
francese di Obock. Un memoriale significativo del ministro francese e
1 invio nel Mar Rosso di una squadra navale italiana. L « exit »
di Hanotaux ed il nuovo governo Bourgeois-Berthelot. Le favore¬
voli reazioni italiane. Le direttive di Blanc ed i colloqui tra Tondelli
e Berthelot. Quest'ultimo preferisce prendere tempo. Vittoria parla-
XXIV
INDICE-SOMMARIO
mentare di Crispí. Questi affermando la validità dei trattati conclusi
prima del 1868 dalla Reggenza con gli Stati italiani riapre la pole¬
mica italo-francese. Un commento del Temps e le argomentazioni con¬
trarie di Billot 217
Capitolo Sesto
LA « QUESTIONE ORIENTALE », NUOVO MOTIVO DI CONTRASTO
ITALO-FRANCESE ED IL TENTATIVO DI ABBINARE LA TRATTA¬
TIVA TUNISINA CON QUELLA DELL'AFRICA ORIENTALE
1. Minaccia di complicazioni nell'Oriente vicino ed estremo. La spietata
repressione dell'agitazione armena da parte della Turchia e la ten¬
sione anglo-russa. Alberto Pansa nuovo ambasciatore a Costantino¬
poli. L'Italia pronta ad intervenire a fianco dell'Inghilterra. Le preoc¬
cupazioni francesi circa un « accordo speciale » tra Roma e Londra,
successivamente smentito. Il precedente della convenzione militare
italo-inglese per lo status quo nel Levante proposto da Crispi nel
1887. La missione di Catalani a Londra. L'ordine alla flotta italiana
di conformarsi alle istruzioni di quella inglese. Crispi contro una
politica delle mani nette ». L'Italia, secondo Parigi, è infeudata alla
politica britannica nel Mediterraneo ed in Africa. Le « indecisioni »
di lord Salisbury. Il Naval ed il Military Intelligence concordi sulla
impossibilità per la Gran Bretagna di impedire, da sola, un colpo di
mano russo su Costantinopoli. Il mutamento della « balance of
Power » nel Mediterraneo in seguito alla costituzione della Duplice
franco-russa ed al riarmo francese. L'Ammiragliato impone a lord Sa¬
lisbury la rinuncia a prevenire un eventuale attacco russo contro gli
Stretti, e l'impegna all'occupazione permanente dell'Egitto ed alla
fortificazione di Alessandria. La « grande svolta » della politica estera
inglese, destinata ad influenzare l'atteggiamento successivo dell'Italia 236
2. La distruzione del battaglione Toselli ad Amba Alagi. Le manife¬
stazioni di Messina e la ripresa della polemica antifrancese. L'ultima
fase della « questione di Zeila ». Billot insiste perchè la Francia sal¬
vaguardi l'indipendenza dell'Harrar. L'azione moderatrice di Blanc.
Questi cercava in Africa il mezzo per ristabilire la solidarietà italo-
inglese, come « avviamento ad una più estesa comunanza d'interessi ».
In questo quadro doveva entrare anche la questione di Zeila, posse¬
dimento britannico e porto dell'Harrar e dello Scioa. Dopo Amba
Alagi Blanc è costretto a chiedere urgentemente il passaggio di un
contingente di truppe italiane da Zeila. L'ambasciatore Ferrerò sulla
« falsa posizione » dell'Italia in Africa. Le tergiversazioni di lord Sa¬
lisbury. La concessione del passaggio delle truppe italiane da Zeila
condizionata, in pratica, all'acquiescenza della Francia. L'opposizione
di quest'ultima rafforzata dai dispacci di Billot. L'Inghilterra minac¬
ciata dai francesi di ritirarsi dai negoziati in corso sull'Indocina e
INDICE-SOMMARIO
XXV
ris¬
sili Niger. La rinuncia italiana e l'amarezza di Crispi e di Blanc. Uno
sfogo antinglese di quest'ultimo. L'ambasciatore Ferrerò insiste sulla
necessità di rettificare la politica estera dell'Italia 268
3. La sconfitta di Amba Alagi e la solidarietà di Berthelot e del presi¬
dente Faure. Blanc tenta il rilancio dell'accordo del 1891. Bcrthclot pro¬
pone l'abbinamento della questione africana con quella tunisina: im¬
plicito riconoscimenti del trattato di Uccialli contro quello del Bardo.
Esitazioni di Blanc e del Quai d'Orsay. Il consenso di Crispi. Tor-
nielli riassume i tre punti risultati dai contatti preliminari: x) Tu¬
nisia, 2) Obock, 3) Etiopia. E vede speranza di concludere purché
si rinunci al riconoscimento esplicito del trattato di Uccialli da parte
francese. Allarme della Porta circa le trattative e la situazione euro¬
pea. L'inizio del negoziato e le richieste italiane. Mentre Berthelot
chiede tempo per decidere, Tornìelli fa il punto dello stato delle con¬
sultazioni, escludendo la possibilità di una rapida trattativa. Blanc
premuto dalla situazione militare insiste con Billot sulla necessità
di concludere subito il negoziato africano 281
Capitolo Settimo
IL FALLITO ABBINAMENTO DELLA TRATTATIVA TUNISINA
CON QUELLA DELL'AFRICA ORIENTALE
E LA CRISI DELLE ALLEANZE IN EUROPA
Un'originale iniziativa di Blanc. L'incontro a Torino tra il T. Col.
Panizzardi ed il gen. Dal Verme. Questi espone due progetti di per¬
muta di territori africani con la Francia, allo scopo di assicurare al-
1 Italia, tra l'altro, il possesso di Gibuti. Le riserve di Tornielli.
Blanc insiste sulla necessità di concludere. Viaggio segreto di Ma¬
chiavelli a Parigi. Berthelot respinge il progetto di pennuta dei ter¬
ritori ed avanza richieste nuove circa l'Harrar. La reazione di Blanc
? la pratica sospensione delle trattative. Anche il deludente atteggia¬
mento francese in fatto di invio di armi e di aiuti al Negus convince
il governo di Roma dell'inutilità di trattare. Blanc e la sua interpre¬
tazione estensiva della triplice mediterranea del 1887. Egli propone
a Londra ed a Vienna l'inizio di negoziati per l'estensione degli ac¬
cordi , e minaccia di dimettersi piuttosto di rinnovare, in quelle con¬
dizioni, la triplice alleanza. Goluchowski accetta la proposta ita¬
liana. L'elusivo atteggiamento inglese scontenta anche Berlino. Un
allarmante progetto di Holstein di apertura verso la Francia e la
Russia. La delusione di Blanc e l'intervento di Crispi. il governo
inglese, spinto dall'ambiente militare, rifiuta le proposte austriache.
La fine del « sistema di Robilant ». L'accordo austro-russo per i Bal¬
cani, violazione morale della Triplice
L apertura di Blanc verso la Francia * in vista delle questioni che
preoccupano l'Europa ». Fino a che punto era disposto a spingersi il
INDICE-SOMMARIO
governo italiano? La « Nazione » sostiene un accordo generale con la
Francia, sino al distacco dalla Triplice. II problema del rinnovo del¬
l'alleanza con gl'imperi centrali. Crispi e la Triplice. Le contrastanti
dichiarazioni dello statista siciliano. Le sue riserve sull'alleanza. Blanc
sulla posizione « disuguale » dell'Italia nella Triplice, e sull'opportu¬
nità di pubblicare il testo dell'alleanza. L'allarmante atteggiamento
di Holstein. Il rifiuto degli alleati di favorire l'acquisto della Tri-
politania da parte dell'Italia. La Triplice non è una società di profitti!
Blanc minaccia di dimettersi per non rinnovare l'alleanza. L'opinione
favorevole a quest'ultima del gen. Lanza e quella contraria dell'am¬
basciatore Pansa. L'opera moderatrice del conte Nigra. Le delusioni
di Crispi e le aperture di Blanc verso Parigi. Il secco « no » del go¬
verno francese sino a quando l'Italia fosse rimasta nella Triplice. La
missione a Roma dell'ambasciatore Nigra ed i vani progetti crispini
di potenziamento e di estensione dell'alleanza. Una lettera al re
di Crispi ne chiarisce il pensiero sulla Triplice. L'atteggiamento del
cancelliere Hohenlohe e la sua interpretazione « negativa » della Tri¬
plice, dovuta anche alla mutata situazione internazionale della Fran¬
cia. Una curiosa iniziativa antritriplicista di Blanc
Il governo francese non intendeva negoziare con l'Italia, sino a quando
questa fosse gravemente impegnata in Africa. L'Inghilterra accetta
di aprire con Parigi negoziati su Tunisi. Il grave precedente inglese
pregiudica le resistenze italiane. Il ministro Blanc e il mancato rin¬
novo del trattato italo-spagnolo. Aumenta la posizione internazionale
della Francia mentre il governo italiano è severamente impegnato in
Sicilia e in Abissinia. Crispi e l'espulsione di giornalisti italiani dal¬
l'Eritrea. Nel Nord d'Italia ingrossa il malcontento contro le imprese
africane e contro la Triplice. Il distacco di Blanc da Crispi causato
dalla politica africana di quest'ultimo. Blanc contrario ad un program¬
ma offensivo del gen. Baratieri e favorevole ad una pace « onorevole »
con il Negus. Il ministro chiede a Crispi di essere esonerato dalle
responsabilità africane. Adua. Timori di un « colpo non militare ma
di molta gravità politica contro l'Italia in Africa» da parte della
Francia. Mire francesi verso l'hinterland tripolitano. Un rapporto in
proposito del console inglese Haggard. La politica della Reggenza
verso il Sahara ed il Sudan. Le dimissioni di Crispi - Blanc. Bilancio
negativo
Capitolo Ottavo
IL GOVERNO RUDINÌ - CAETANI
E LA NUOVA POLITICA VERSO LA FRANCIA
La caduta di Crispi e l'opinione pubblica francese. Simpatia uffi¬
ciale e contentezza generale. Tensione tra Italia e Francia: circolo
vizioso nei rapporti tra i due Paesi. L'iniziativa per migliorarli del
INDICE-SOMMARIO
XXVII
presidente del Consiglio Rudinì e del ministro degli Esteri Caetani
di Sermoneta. La personalità di quest'ultimo: la sua opposizione a
Crispi e la sua amicizia per Rudinì. Un giudizio di Felice Caval¬
lotti. Il ritorno di Malvano alla Consulta. Prevenzioni francesi sulle
inclinazioni del Caetani. Un colloquio di questi con l'ambasciatore
Billot. L'Italia, la Triplice e la diplomazia francese ferma a preten¬
dere da Roma « un changement de système » 362
2. La spedizione anglo-egiziana su Dongola e l'opposizione francese.
Provocata dall'intenzione italiana di evacuare Cassala, ma in realtà
motivata dalla volontà di consolidare la presa inglese sull'Egitto e
sul Sudan. Due incidenti significativi tra Italia e Francia. L'ex mi¬
nistro Blanc parla al Senato dell'esistenza di un'alleanza italo-in¬
glese. Debole replica di Caetani, intervento di Nigra e preoccupa¬
zioni in Francia. Allarme in Italia su di una possibile spedizione fran¬
cese contro Tripoli. Polemica antifrancese in Italia ed antitaliana in
Francia. La Triplice e l'incontro di Venezia. Bourgeois respinge le
aperture su Tunisi. Si avverte la necessità di uscire dall'« impasse »
diplomatica 375
3· ? ritorno di Hanotaux, nel governo Meline, alla direzione del Quay
d'Orsay. Ostilità dei crispini ma favorevoli prospettive di maggior rea¬
lismo. Il rafforzamento del governo Rudinì. La presentazione dei
Libri Verdi sull'Africa. Una protesta di Salisbury non ricevuta da
Caetani. La posizione dell'ambasciatore Ferrerò: ostilità di Rudim
e voci di un suo richiamo. Critiche di lord Balfour per 1 episodio
dei Libri Verdi. Ferrerò ottiene da Salisbury e da Caetani la più
ampia soddisfazione. L'inizio di un « revirement » nella visione del-
1 ambasciatore Billot. Trattative sulla questione tunisina e quella del-
1 accordo di navigazione. Vana richiesta italiana di abbinare le trat¬
tative tunisine con quelle dell'accordo commerciale, ? di ottenere una
proroga del primo. Caetani ripiega dietro l'argomento della peren¬
nità delle capitolazioni. Un discorso di Caetani e dichiarazioni di
Rudinì. Indiscrezioni di Crispi sulla Triplice ripropongono il pro¬
blema del carattere difensivo od bffensivo dell alleanza. Interruzione
dei pourparlers
Capitolo Nono
L'ACCORDO ITALO-FRANCESE SULLA TUNISIA
ED IL « COLPO DI TIMONE»
ALLA POLITICA ESTERA DELL'ITALIA
*· La nuova formazione Rudinì. Emilio Visconti Venosta alla Consulta
e Luigi Luzzatti al Tesoro. Le esitazioni di Visconti Venosta e 1 im¬
pressione destata dalla sua nomina. La questione tunisina portata nel
contesto internazionale: l'accordo franco-austriaco. Nuove preoccupa¬
zioni italiane per il traffico d'armi verso l'Abissinia. La cattura del
XXVIII
INDICE-SOMMARIO
pag-
« Doelwjk » e l'ambiguo atteggiamento di Hanotaux. Necessità per
l'Italia di assicurarsi l'atteggiamento dell'Inghilterra nella questione
tunisina. Una missione segreta di Caetani presso lord Salisbury. Le
generiche assicurazioni, che furono poi mantenute, del primo mini¬
stro inglese, non soddisfano Visconti Venosta 406
2. Le aperture di Tornielli e nuovo rifiuto francese di concedere una
proroga al trattato tunisino e di abbinare le trattative tunisine con
quelle commerciali. Hanotaux ammette però che un nuovo accordo
tunisino potrebbe spianare la via ad un regolamento della questione
commerciale. Visconti Venosta deciso a salvare il salvabile negoziando
con la Francia e chiede: status quo per le scuole, le società italiane e
la cittadinanza, tariffa convenzionale per i vini. La conclusione di una
Convenzione consolare e di stabilimento, di una estradizione, di
una navigazione, e di una Dichiarazione marittima. Sorpresa inglese
per le condizioni favorevoli fatte all'Italia. Questa mantenne quasi
tutte le sue precedenti posizioni: 1) cittadinanza; 2) scuole ed associa¬
zioni italiane; 3) stabilimenti ed industrie; 4) tariffa; 5) pesca.
Il successo di Visconti Venosta. Vitalità dell'accordo come tale. Stru¬
mento d'insostituibile importanza ai fini della normalizzazione dei
rapporti fra i due governi in questo dopo guerra. Il gen. De Gaulle
evoca il nome di Crispí. L'abrogazione dell'accordo Visconti Venosta
avviene nel 1945 mediante lo scambio di note De Gasperi-Couve de
Murville 415
3. L'importanza « essenzialmente politica » degli accordi tunisini nel
pensiero e nell'azione di Visconti Venosta. Un esplicito riferimento
alla Triplice di Tornielli. La polemica sulla Triplice nella stampa
italiana. Il matrimonio di Vittorio Emanuele con Elena di Monte¬
negro ed il riavvicinamento italo-russo nell'attenta valutazione fran¬
cese. Un sondaggio a Parigi della figlia di Rudinì ed un intervento
di Umberto I. L'ambasciatore Billot guadagnato alla causa italiana.
La crisi d'Oriente e la tendenza dell'Inghilterra verso la Francia.
Mutamento della politica francese verso l'Italia: il nuovo possibili¬
smo. Bismarck e le rivelazioni sul patto di controassicurazione con
la Russia: enorme ed interessata impressione in Italia sulla compa¬
tibilità della Triplice con accordi particolari. Una importante dichia¬
razione di Malvano. Gli sforzi italiani per un negoziato commerciale
ed una precisa lettera di Billot ad Hanotaux in favore dell'Italia.
Verso la conclusione di un accordo di commercio. Il « sistema » di
Visconti Venosta. Da Tunisi a Tunisi 433
Appendice di documenti inediti 455
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