Lezioni di diritto del lavoro: un approccio di labour law end economics ; edizione per gli studenti
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Veröffentlicht: |
Milano
Giuffrè
2004
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adam_text | PIETRO ICHINO LEZIONI DI DIRITTO DEL LAVORO UN APPROCCIO DI LABOUR LAW
AND ECONOMICS EDIZIONE PER GLI STUDENTI MILANO - DOTT. GIUFFRE EDITORE -
2004 INDICE SOMMARIO PREFAZIONE XV ABBREVIAZIONI XRX CAPITOLO I IL
DIALOGO TRA ECONOMIA E DIRITTO DEL LAVORO 1. INTRODUZIONE 1 2. II FATTO
E LA NORMA. LA RIPARTIZIONE DEI COMPITI FRA L ECONOMISTA E IL GIURISTA .
. . . 2 3. LE POSSIBILI RAGIONI D ESSERE ECONOMICHE DELL ORDINAMENTO
GIURIDICO E DEL CONTRATTO DI LAVORO NELL IMPRESA 6 4. DOVE E COME LA
CONOSCENZA DEL DIRITTO E NECESSARIA PER L ANALISI ECONOMICA IN MATERIA
DI LAVORO 11 5. DOVE E COME LA CONOSCENZA DEU ECONOTNIA E NECESSARIA PER
PINTERPRE- TAZIONE E L APPLICAZIONE DELLA NORMA GIUSLAVORISTICA 18
APPENDICE R. DEL PUNTA, L ECONOMIA E LE RAGIONI DEL DIRITTO DEL LAVORO
35 P. ICHINO, // GIUSLAVORISTA TRA MARGINALISTI E ISTITUZIONALISTI 80
CAPITOLO II A CHI SERVE IL DIRITTO DEL LAVORO SEZIONE I RAGION D ESSERE
SORIO-ECONOMICA E FONDAMENTO COSTITUZIONALE DEL DIRITTO DEL LAVORO 1. II
PROBLEMA DELLA RAGION D ESSERE COSTITUZIONALE DEL DIRITTO DEL LAVORO. 87
2. LE FUNZIONI PRINCIPALI CONCRETAMENTE SVOLTE DAL DIRITTO DEL LAVORO IN
EPOCA MODERNA. A) LA PROTEZIONE DEI LAVORATORI IN ATTIVITAE CONTRO I
NUOVI CONCORRENTI, MEDIANTE RESTRIZIONI DI ACCESSO, IMPOSIZIONE DI COSTI
DI SOSTITUZIONE E CLAUSOLE DI ASSOCIAZIONE SINDACALE OBBLIGATORIA ....
90 3. SEGUE. B) LA CORREZIONE DELLE DISTORSIONI MONOPSONISTICHE DEL
MERCATO DEL LAVORO MEDIANTE L IMPOSIZIONE DI STANDARD MINIMI DI
TRATTAMENTO E LA PROMOZIONE DELLA COALIZIONE TRA I LAVORATORI 92 VI
INDICE SOMMARIO 4. SEGUE. C) LA CORREZIONE DEGLI EFFETTI DELFASIMMETRIA
INFORMATIVA SULLA CONGIUNTURA E SULL ANDAMENTO DELL AZIENDA 96 5. SEGUE.
D) LA DISTRIBUZIONE MIGLIORE DEL RISCHIO DELLE SOPRAWENIENZE FRA
IMPRENDITORE E LAVORATORE MEDIANTE LA LIMITAZIONE AUTORITATIVA DELLA
FACOLTAE DI RECESSO DEL DATORE DI LAVORO 97 6. SEGUE. E) L INTERESSE
DEGLI IMPRENDITORI REGOLARI » A LIMITARE LA CON- CORRENZA TRA DI LORO
NEL MERCATO DEL LAVORO 101 7 SEGUE. F) LA PREFERENZA A PRIORI PER
L EGUAGLIANZA: UNA POSSIBILE LETTURA RAWLSIANA DEL DIRITTO DEL LAVORO
102 8. NON COINCIDENZA DEL LAVORO PROTETTO DAL TITOLO III DELLA
COSTITUZIONE CON IL LAVORO SUBORDINATO 111 9. EFFETTI DEL DIRITTO DEL
LAVORO COERENTI ED EFFETTI CONTRARI AI PRINCIPI COSTITUZIONALI 113 10.
LE TENDENZE ATTUALI DEL NOSTRO DIRITTO DEL LAVORO. LA RIFORMA DELLE
COLLABORAZIONI AUTONOME CONTINUATIVE DEL 2003 117 SEZIONE II DIVERSITAE
DI ISPIRAZIONE E DI CONTENUTI NORMATIVI FRA L ORGANIZZAZIONE
INTERNAZIONALE DEL LAVORO E L ORDINAMENTO COMUNITARIO EUROPEO 11.
L ORGANIZZAZIONE INTERNAZIONALE DEL LAVORO COME RISPOSTA AL MONO- PSONIO
STRUTTURALE 122 12. II DIRITTO COMUNITARIO DEL LAVORO COME RISPOSTA AL
MONOPSONIO DINAMICO 123 13. DISARMONIA E ARMONIZZAZIONE FRA I DUE
ORDINAMENTI 125 CAPITOLO III AUTONOMIA COLLETTTVA E PRINCIPIO DI LIBERTAE
DELLA CONCORRENZA SEZIONE I INDIVIDUALE E COLLETTIVO NEL DIRITTO DEL
LAVORO 1. L INTERESSE COLLETTIVO, OWERO I MOTIVI DELLA NEGOZIAZIONE
COLLETTIVA DELLE CONDIZIONI DI LAVORO 129 2. L ORIENTAMENTO DOTTRINALE
TENDENTE AL SUPERAMENTO DELLA DISTINZIONE E SEPARATEZZA FRA DIRITTO DEL
RAPPORTO INDIVIDUALE E DIRITTO DEL RAPPORTO COLLETTIVO 132 SEZIONE II LA
LIBERTAE DI COALIZIONE 3. II PRINCIPIO DI LIBERTAE SINDACALE, POSITIVA E
NEGATIVA, E I SUOI COROLLARI NELPORDINAMENTO INTERNAZIONALE E NEL NOSTRO
ORDINAMENTO INTERNO . . 134 4. II DIVIETO DI DISCRIMINAZIONE PER MOTIVI
SINDACALI. SUA RIFERIBILITAE SOL- TANTO AGLI ATTI UNILATERALI DEL DATORE
DI LAVORO, O ALLE SUE PATTUIZIONI CON TERZI 140 INDICE SOMMARIO VN
SEZIONE III L AUTONOMIA COLLETTIVA 5. L AUTONOMIA COLLETTIVA COME
PRINCIPIO DISTINTO DA QUELLO DI LIBERTAE SINDACALE 145 6. L AUTONOMIA
COLLETTIVA NEGLI ORDINAMENTI INTERNAZIONALI E NELPORDINA- MENTO
COMUNITARIO 148 7. POSSIBILITAE DI VIOLAZIONE DELLA DISCIPLINA DELLA
CONCORRENZA FRA IMPRESE AD OPERA DI UN CONTRATTO COLLETTIVO 152 8.
L AUTONOMIA COLLETTIVA NEL NOSTRO ORDINAMENTO INTERNO. LA CONTRADDI-
ZIONE EHE IMPEDISCE L ATTUAZIONE DELL ART. 39 COST 154 SEZIONE IV
CONTRATTAZIONE COLLETTIVA E ANTITRUST: UN PROBLEMA APERTO 9. PERCHE E
IMPORTANTE LA SENTENZA ALBANY 159 10. LA COALIZIONE SINDACALE NEL
MERCATO DEL LAVORO ORIGINARIO 161 11. LA COALIZIONE SINDACALE NEL
MERCATO DEL LAVORO MATURO. LA LIMITAZIONE DELLA CONCORRENZA NEL MERCATO
DEL LAVORO E I SUOI EFFETTI NEL MERCATO DEI BENI E IN QUELLO DEI SERVIZI
163 12. NECESSITAE DI UN CONFRONTO A TUTTO CAMPO TRA DIRITTO DEL LAVORO E
DIRITTO DELLA CONCORRENZA 167 13. QUALCHE IPOTESI DI LAVORO 170 CAPITOLO
IV SUBORDBNAZIONE, DIPENDENZA ED ESTENSIONE DELLA PROTEZIONE 1. DUE
POSSIBILI FUNZIONI ECONOMICHE DEL RAPPORTO DI LAVORO SUBORDINATO:
ALLOCAZIONE MIGLIORE DEL RISCHIO E RISPARMIO DEI COSTI DI TRANSAZIONE. .
177 2. II FARE » PERSONALE COME OGGETTO DEL CONTRATTO DI LAVORO, IN
CONTRAP- POSIZIONE AL FAR FARE » EHE E TIPICAMENTE OGGETTO
DELL APPALTO .... 181 3. POSSIBILE RILEVANZA, AI FINI DELLA DISTINZIONE
DEL CONTRATTO DI LAVORO DALL APPALTO, DELLA STRUMENTAZIONE UTILIZZATA E
DEL RISCHIO » RELATIVO ALLA SUA GESTIONE 182 4. LA DIPENDENZA » DI
CUI ALL ART. 2094 C.C. COME ESPRESSIONE MODERNA DEL VECCHIO CONCETTO DI
LOCATIO OPERARUM, NON ANCORA EOINEIDENTE CON QUELLO DI LAVORO
SUBORDINATO, N6 CON QUELLO DI DIPENDENZA ECONOMICA. 186 5. LA QUESTIONE
DELLA RILEVANZA DELLA VOLONTAE CONTRATTUALE DELLE PARTI IN PROPOSITO AI
FINI DELLA QUALIFIEAZIONE DEL RAPPORTO 191 6. SEGUE. LE TEORIE DELLA
SUBORDINAZIONE COME DATO DI FATTO, IDENTIFICABILE NELL INSERIMENTO »
DELLA PRESTAZIONE DENTRO L ORGANIZZAZIONE DEL CRE- DITORE O
NELL APPROPRIAZIONE ORIGINARIA DEI FRUTTI DA PARTE SUA 193 7. SEGUE. GLI
ARGOMENTI A SOSTEGNO DELLA RILEVANZA DEL VOLUTO NEGOZIALE AI FINI DELLA
QUALIFIEAZIONE DEL RAPPORTO 198 8. ANCORA SULLA ETERODIREZIONE COME
ELEMENTO ESSENZIALE DEL TIPO LEGALE. 201 VNI INDICE SOMMARIO 9. II
CARATTERE CONTINUATIVO (IN SENSO ATECNICO) DELLA PRESTAZIONE COME TRATTO
DISTINTIVO DEL LAVORO PARASUBORDINATO » DI CUI ALL ART. 409 C.P.C. N.
3 E AGLI ARTT. 61-69 DEL D.LGS. N. 276/2003 203 10. LA FATTISPECIE DI
RIFERIMENTO DEL DIRITTO DEL LAVORO, DOPO LA RIFORMA DEL 2003: UNA NUOVA
LOGICA DEL SISTEMA DI PROTEZIONE DEL LAVORO 211 11. OMBRE E LUCI DELLA
RIFORMA 215 CAPITOLO V DISCIPLINA DELLA SEGMENTAZIONE DELL IMPRESA E DEL
RAPPORTO DI LAVORO SEZIONE I GLI INTERESSI COINVOLTI NELLA SEGMENTAZIONE
DELL IMPRESA 1. LA TENDENZA ALLA SPECIALIZZAZIONE DELL IMPRESA 217 2.
MAKE OR BUY: EHE COSA DETERMINA LA SCELTA DELL IMPRENDITORE 222 3. LE
CONTROMISURE DELL ORDINAMENTO NEI CONFRONTI DELLA TENDENZA ALLA
SEGMENTAZIONE DELL IMPRESA E/O DEL RAPPORTO DI LAVORO 224 4. LA RAGION
D ESSERE DELLA SOMMINISTRAZIONE IMPRENDITORIALE DI MERE PRESTAZIONI DI
LAVORO 226 SEZIONE II II DIVIETO DI INTERMEDIAZIONE: ORIGINE E CRISI 5.
LA TESI DELL INCOMPATIBIH TAE LOGICA DELLA SOMMINISTRAZIONE DI LAVORO CON
LA NOZIONE DI LAVORO SUBORDINATO POSTA DALL ART. 2094 C.C. . . : 229 6.
LA NOZIONE MOLTO AMPIA DELL APPALTO DI SERVIZI, NELLA LEGGE N. 1369/
1960, COME TEMPERAMENTO DEL DIVIETO ASSOLUTO DI SOMMINISTRAZIONE DI
LAVORO POSTO DALLA STESSA LEGGE 231 7. L INTERPRETAZIONE PIUE SEVERA DEL
DIVIETO, PREVALSA NEGLI ANNI 60 E 70. 232 8. L APPALTO DI SERVIZI COME
PRESTAZIONE DI MERA ATTIVITAE, NELLA QUAELE IL FRUTTO DEL LAVORO E
DIRETTAMENTE ACQUISITO DAL COMMITTENTE, COME NELLA COLLABORAZIONE
AUTONOMA CONTINUATIVA 234 9. LA SVOLTA DEL 1997: SCENDONO IN CAMPO LE
GRANDI AGENZIE FORNITRICI DI LAVORO TEMPORANEO 237 10. LA PROTEZIONE DEL
LAVORO NELLA SEGMENTAZIONE DELL IMPRESA MEDIANTE APPALTO: LE LINEE DI
RIFORMA SUGGERITE DA UN APPROCCIO GIUSECONOMICO. 238 11. SEGUE.
EMERSIONE DI UN POSSIBILE NUOVO PRINEIPIO GENERALE ISPIRATORE DEL
DIRITTO DEL LAVORO 240 SEZIONE III LA RIFORMA DEL 2003 12. LINEE
GENERALI DELLA RIFORMA DELLA SOMMINISTRAZIONE DI LAVORO CONTE- NUTA NEL
D.LGS. 276/2003 242 13. LA DISTINZIONE TRA SOMMINISTRAZIONE DI LAVORO E
APPALTO DI SERVIZI. . . 246 INDICE SOMMARIO IX 14. LA CONCORRENTE
POSSIBILITAE DI SVOLGIMENTO DELLE STESSE ATTIVITAE NELLA VECCHIA FORMA
DEUE APPALTO DI SERVIZI O NELLA NUOVA DELLO STAFF LEASING. 250 CAPITOLO
VI TEORIA GENERALE DELLE DIFFERENZIAZIONI DI TRATTAMENTO E PRINCIPIO DI
PARTTAE SEZIONE I CLASSIFICAZIONE DEI CRITERI POSSIBILI DI
DIFFERENZIAZIONE 1. INTRODUZIONE 257 2. PRIMA CLASSE: CRITERI ATTINENTI
AL CONTENUTO DELLA PRESTAZIONE 259 3. SECONDA CLASSE: CRITERI ATTINENTI
ALLA CAPACITAE PROFESSIONALE DEL LAVORA- TORE INDIPENDENTEMENTE DAL
CONTENUTO DEL SUO DEBITO CONTRATTUALE (CD. QUALIFICA SOGGETTIVA ») 263
4. TERZA CLASSE: CRITERI NON ATTINENTI NE ALLE MANSIONI NE ALLA
CAPACITAE SOGGETTIVA DEL LAVORATORE 265 5. QUARTA CLASSE: CRITERI VOLTI A
DIVIDERE I LAVORATORI IN CATEGORIE NON COMUNICANTI FRA LORO 269 SEZIONE
II II PRINCIPIO DEUA COMMISURAZIONE DEL TRATTAMENTO AL CONTENUTO DELLA
PRESTAZIONE E LA QUESTIONE DELLA PARITA DI TRATTAMENTO 6. LA GIUSTA
RETRIBUZIONE » SECONDO L ART. 36 COST 272 7. LA SENTENZA N. 103/1989
DELLA CORTE COSTITUZIONALE E LA VICENDA GIURI- SPRUDENZIALE EHE NE E
SEGUITA. LA QUESTIONE DELLA SINDACABILITAE IN GIUDIZIO DEI CRITERI DI
INQUADRAMENTO NEGOZIATI IN SEDE SINDACALE . . . 275 8. LA DETERMINAZIONE
UNILATERALE DI SISTEMI DI DIFFERENZIAZIONE DEI TRATTA- MENTI DA PARTE
DELL IMPRENDITORE. GLI ORIENTAMENTI GIURISPRUDENZIALI IN PROPOSITO DOPO
LA SENTENZA N. 103/1989 288 9. SEGUE. SISTEMI AZIENDALI NON CONTRATTATI
DI VALUTAZIONE DELLE PRESTA- ZIONI E DIFFERENZIAZIONE DEI TRATTAMENTI
297 10. L INQUADRAMENTO A DISCREZIONE DEL DATORE DI LAVORO E LA
QUESTIONE DELLE CD. CLAUSOLE DI RICONOSEIMENTO FORMALE » 299 CAPITOLO
VII I DIVIETI DI DISCRIMINAZIONE 1. I CRITERI DI DIFFERENZIAZIONE
VIETATI 303 2. OGGETTO, LIMITI E SANZIONI DEI DIVIETI DI DISCRIMINAZIONE
307 3. I MODELLI ECONOMICI EHE SPIEGANO I COMPORTAMENTI DISCRIMINATORI
DEI DATORI DI LAVORO E LE INDIEAZIONI EHE POSSONO TRARSENE CIRCA GLI
EFFETTI DELLE NORME ANTIDISCRIMINATORIE 311 4. I PROBLEMI EHE SORGONO
QUANDO UN CRITERIO DI DIFFERENZIAZIONE DI TERZA CLASSE SOTTINTENDE IN
REALTAE UN CRITERIO DI PRIMA O DI QUARTA CLASSE. . . 316 X INDICE
SOMMARIO 5. LA QUESTIONE DELLE DISCRIMINAZIONI INDIRETTE 319 6. II
DIVIETO DELLE DISCRIMINAZIONI INDIRETTE NELLA LEGISLAZIONE E NELLA
GIURISPRUDENZA COMUNITARIE 321 7. L OBBLIGO DI IGNORARE LA DIFFERENZA»
NELLE LEGGI N. 125/1991 E N. 40/1998 E NEL D.LGS. N. 216/2003 328 8. LA
DISCRIMINAZIONE INDIRETTA NEI SISTEMI DI INQUADRAMENTO PROFESSIONALE.
332 9. INCOMPIUTEZZA DELLA DEFINIZIONE DELLA DISCRIMINAZIONE INDIRETTA
.... 337 10. LE AZIONI POSITIVE E LA QUESTIONE DELLA CD.
DISCRIMINAZIONE ALLA ROVESCIA» 342 APPENDICE STEWART J. SCHWAB, UN
APPROCCIO DI LAW AND ECONOMICS ALLA TEORIA DELLA DISCRIMINAZIONE NEI
RAPPORTI DI LAVORO 347 PAUL OYER, SCOTT SCHAEFER, SELEZIONE, QUOTE E IL
CIVIL RIGHTS ACT DEL 1991: CHI ASSUME QUANDO E DIFFICILE LICENZIARE? 375
CAPITOLO VIII LA RETRIBUZIONE SEZIONE I N PRINCIPIO DELLA RETRIBUZIONE
SUFFICIENTE E PROPORZIONATA 1. RAGION D ESSERE, O DI NON ESSERE,
DELL INTERVENTO DELFORDINAMENTO STATALE O DEL SINDACATO A SOSTEGNO DEI
LIVELLI RETRIBUTIVI. LA LEGGE FERREA DEL SALARIO» E LA RETRIBUZIONE
COME VARIABILE INDIPENDENTE » DEL SISTEMA 400 2. SEGUE. DAL PROBLEMA
DEL SOTTO-SALARIO A QUELLO DELFANELASTICITAE DEI LIVELLI RETRIBUTIVI
VERSO IL BASSO 406 3. LA NOZIONE DI SAGGIO MINIMO DI SALARIO » NELLA
CONVENZIONE O.I.L. N. 26/1928 E LA REGOLA DELTINDEROGABILITAE IN PEJUS.
LE CONVENZIONI SUCCESSIVE 409 4. RADICI IDEOLOGICHE DEL CONCETTO DI
GIUSTA RETRIBUZIONE » A CUI FA RIFERIMENTO L ART. 36 DELLA
COSTITUZIONE; L INCONTRO FRA DOTTRINA SOCIALE CATTOLICA E IDEE
SOCIALISTE 411 5. II CARATTERE FACOLTATIVO DELL INTERVENTO DIRETTO DEI
PUBBLICI POTERI IN MATERIA DI LIVELLI RETRIBUTIVI E LA SCELTA
ASTENSIONISTA DEL LEGISLATORE ORDINARIO NEL CORSO DELTULLIMO MEZZO
SECOLO 413 6. L IMPERFETTA ESTENSIONE DI FATTO ERGA OMNES DELLE TARIFFE
COLLETTIVE. LA QUESTIONE DELLA POSSIBILE DIFFERENZIAZIONE REGIONALE
DEGLI STANDARD RE- TRIBUTIVI MINIMI. II PROBLEMA COSTITUZIONALE
DELL EQUILIBRIO FRA TUTELA DEGLI INTERESSI DEGLI INSIDERS E DEGLI
OUTSIDERS 416 7. ORIENTAMENTO GIURISPRUDENZIALE DOMINANTE E ORIENTAMENTI
DOTTRINALI TENDENTI A SOVRACCARICARE DI CONTENUTI PRECETTIVI L ART. 36
428 8. II CONTENUTO ASSICURATIVO DEL RAPPORTO. SUA RILEVANZA IN SEDE DI
VERIFICA INDICE SOMMARIO XI DELL ADEGUATEZZA DELLA RETRIBUZIONE E DI
APPLICAZIONE DELLA REGOLA DEL- L INDEROGABILITAE IN PEJUS 431 9.
CONTENUTO ASSICURATIVO DEL RAPPORTO E CORRISPETTIVITAE DEL TRATTAMENTO
ECONOMICO RISERVATO AL LAVORATORE 435 10. II PRINCIPIO DI
PROPORZIONALITAE DELLA RETRIBUZIONE 438 11. LA DIFFERENZIAZIONE DELLE
RETRIBUZIONI COME STRUMENTO DI ORGANIZZA- ZIONE E INCENTIVAZIONE DEL
LAVORO NELL AZIENDA E NEL MERCATO. II PROPOR- ZIONAMENTO EX POST AI
RISULTATI DEL LAVORO E LA RAGION D ESSERE ECONO- MICA DELLA SUA
LIMITAZIONE 443 12. I SALARI DI EFFICIENZA »: DIFFERENZIAZIONI NON
DETERMINATE DAL CRITERIO DI PROPORZIONALITAE 446 SEZIONE II DISCIPLINA
GIURIDICA E MODELLI ECONOMICI DI DETERMINAZIONE DELLE RETRIBUZIONI 13.
UNA CLASSIFICAZIONE DELLE LETTURE POSSIBILI DELLA DISCIPLINA
COSTITUZIONALE DELLA RETRIBUZIONE 448 14. MODELLI ECONOMICI DI
DETERMINAZIONE DELLE RETRIBUZIONI ED EFFETTI POS- SIBILI DELLO STANDARD
MINIMO INDEROGABILE. A) DETERMINAZIONE DELLA RETRIBUZIONE IN CONDIZIONI
DI CERTEZZA E SIMMETRIA INFORMATIVA 452 14.1. CONCORRENZA PERFETTA NEL
MERCATO DEI BENI E IN QUELLO DEI FATTORI. 452 14.2. CONCORRENZA
IMPERFETTA NEL SOLO MERCATO DEI BENI: MONOPOLIO. 453 14.3. CONCORRENZA
IMPERFETTA NEL SOLO MERCATO DEI FATTORI: MONOPSONIO 454 14.4.
CONCORRENZA IMPERFETTA NEL MERCATO DEI BENI E DEI FATTORI, CON
COALIZIONE DEI LAVORATORI: MONOPOLIO BILATERALE 454 15. SEGUE. B)
DETERMINAZIONE DELLA RETRIBUZIONE IN CONDIZIONI DI INCERTEZZA E
ASIMMETRIA INFORMATIVA 455 15.1. MODELLO PRINCIPAUAGENT E MORAL HAZARD
456 15.2. ADVERSE SELECTION 457 15.3. SHIRKING MODEIS OF EFFICIENCY
WAGES 45 7 15.4. TEAM WORK, FREE RIDING E INCERTEZZA 458 CAPITOLO IX IL
MERCATO DEL TEMPO DI LAVORO 1. I VINCENTI E I PERDENTI 459 2. SEI
ALTERNATIVE DI POLITICA DEL LAVORO DI FRONTE ALLA RIVOLUZIONE TEC-
NOLOGICA 463 3. PERCHE CON LA RIDUZIONE GENERALE DEGLI ORARI IL LAVORO
NON SI REDI- STRIBUISCE 468 4. ASSECONDARE LA TENDENZA FISIOLOGICA ALLA
RIDUZIONE DEI TEMPI DI LAVORO. 473 5. L INIZIATIVA DEL PARLAMENTO
EUROPEO TENDENTE ALLA STIMOLAZIONE DELLA RIDUZIONE PATTIZIA DEI TEMPI DI
LAVORO IN FUNZIONE DELLA LOTTA ALLA DISOCCUPAZIONE 475 6. LA NUOVA
DISCIPLINA DEL TEMPO DI LAVORO VARATA NEL 2003: SENSO E RAGIONI DELLA
RIFORMA 479 XII INDICE SOMMARIO 7. LA NUOVA DISCIPLINA DEL PART-TIME,
TENDENTE A FLUIDIFICARE IL MERCATO DEL TEMPO DI LAVORO ENDOAZIENDALE 484
8. UN NUOVO POSSIBILE RUOLO PER LA CONTRATTAZIONE COLLETTIVA 485 9.
L UTILITAE DEI CONTRATTI DI SOLIDARIETAE E I SUOI LIMITI 487 10. LA
DOMENICA E LA NOTTE: TUTELA DEL TEMPO LIBERO QUALIFICATO » COME VALORE
RELATIVO 489 CAPITOLO X LA CESSAZIONE DEL RAPPORTO DI LAVORO SEZIONE I
LA RAGION D ESSERE DELLA DISCIPLINA INDEROGABILE DELLA CESSAZIONE DEL
RAPPORTO DI LAVORO 1. II PROBLEMA DEUEA DISTRIBUZIONE MIGLIORE DEL
RISCHIO DELLE SOPRAWE- NIENZE NEGATIVE FRA IMPRENDITORE E LAVORATORE 496
2. NESSO LOGICO TRA LIMITAZIONE DELLA FACOLTAE DI RECESSO DAL RAPPORTO A
TEMPO INDETERMINATO E LIMITAZIONE DELLA FACOLTAE DI ASSUNZIONE CON
CONTRATTO A TERMINE 501 SEZIONE II II CONTRATTO A TERMINE 3. II
CONTRATTO A TERMINE. EVOLUZIONE DELLA DISCIPLINA, DALLE ORIGINI ALLA
STAGIONE DEL GARANTISMO FLESSIBILE» 503 4. LA DIRETTIVA COMUNITARIA N.
70/1999 E LA RIFORMA EHE NE E SEGUITA NEU ORDINAMENTO ITALIANO 505 5. I
MOTIVI PER I QUALI E CONSENTITA LA STIPULAZIONE DEL CONTRATTO A TERMINE,
SECONDO L ART. 1 DEL D.LGS. N. 368/2001 507 SEZIONE III 11 LICENZIAMENTO
INDIVIDUALE 6. EVOLUZIONE DELLA DISCIPLINA LIMITATIVA DELLA FACOLTAE DI
LICENZIAMENTO. . 512 7. II DIVIETO DEL LICENZIAMENTO DISCRIMINATORIO O
COMUNQUE DETERMINATO DA MOTIVO ILLECITO, O DA MERO ARBITRIO O CAPRICCIO
DEL DATORE 514 8. LA REGOLA DEL GIUSTIFICATO MOTIVO 517 9. II
GIUSTIFICATO MOTIVO OGGETTIVO 518 A) II GIUSTIFICATO MOTIVO COME PERDITA
FUTURA ECCESSIVA, CONSEGUENTE ALLA PROSEEUZIONE DEL SINGOLO RAPPORTO 519
B) LA REGOLA DEL GIUSTIFICATO MOTIVO OGGETTIVO COME IMPOSIZIONE DI UN
CONTENUTO ASSICURATIVO NEL RAPPORTO DI LAVORO 520 INDICE SOMMARIO XNI C)
INDIVIDUAZIONE DELLA PERDITA ATTESA COME DATO INERENTE AL SINGOLO
RAPPORTO DI LAVORO. RILEVANZA DELLA NOZIONE DI COSTO-OPPORTUNITAE . 521
D) CRITICA DELLA REGOLA GIURISPRUDENZIALE EHE CONSENTE LA SOPPRESSIONE
DEL POSTO MA VIETA LA SOSTITUZIONE DEL LAVORATORE 523 E) LA REGOLA
GIURISPRUDENZIALE DEL CD. REPECHAGE 527 F) LE APORIE DELLA
GIURISPRUDENZA IN MATERIA DI SCARSO RENDIMENTO . . 528 G) LA QUESTIONE
DEI CRITERI DI SCELTA DEI LAVORATORI NEL LICENZIAMENTO INDIVIDUALE 529
H) UN CASO PARTICOLARE DI PERDITA ATTESA: L IMPOSSIBILITAE SOPRAWENUTA
DELLA PRESTAZIONE LAVORATIVA 532 I) LA QUESTIONE DELL INSINDACABILITAE
DELLE SCELTE IMPRENDITORIALI .... 537 /) LA SCELTA DELL IMPRENDITORE DI
CESSARE FATTIVITAE E IL FALLIMENTO DELL IMPRESA 545 M) LA DETERMINAZIONE
DELLA SOGLIA. RILEVANZA O NO DEL PREGIUDIZIO SUBITO DAL LAVORATORE NEL
CASO CONCRETO 547 N) NON TRASPARENZA DELLE MOTIVAZIONI DELLE SENTENZE IN
MATERIA DI G.M.O 550 10. II GIUSTIFICATO MOTIVO SOGGETTIVO 551 A) I CASI
IN CUI L INADEMPHNENTO COSTITUISCE G. M. SOGGETTIVO E OGGETTIVO AL TEMPO
STESSO 553 B) LA PECULIARITAE DEL G. M. SOGGETTIVO RISPETTO AL G. M.
OGGETTIVO. SCARSA RILEVANZA DEL DANNO ATTUALE E DELLA PERDITA ATTESA NEL
SINGOLO RAPPORTO 554 C) D POSSIBILE CONTRASTO FRA INTERESSE DEL DATORE
ALLA REAZIONE DISCIPLI- NARE E INTERESSE DELLO STESSO ALLA CONSERVAZIONE
DEL RAPPORTO .... 556 D) RILEVANZA NON ESCLUSIVA DEL VENIR MENO DELLA
FIDUCIA DEL DATORE CIRCA IL CORRETTO ADEMPIMENTO FUTURO, AI FINI DEL G.
M. SOGGETTIVO 557 E) RILEVANZA DECISIVA DEL CRITERIO DI PROPORZIONALITAE
FRA GRAVITAE SOGGET- TIVA DELLA MANCANZA E GRAVITAE DELLA SANZIONE
DISEIPLINARE. II NUOVO ORIENTAMENTO DELLA CASSAZIONE IN PROPOSITO 557 F)
LA QUESTIONE SE RILEVI O NO IL DIVERSO COSTO SOFFERTO DAL SINGOLO
LAVORATORE PER IL LICENZIAMENTO IN EIASEUN CASO CONCRETO 562 G)
RILEVANZA LIMITATA DELLA PREDETERMINAZIONE DEL G. M. SOGGETTIVO IN SEDE
COLLETTIVA 563 11. EFFETTI DISTORSIVI DELL ALEA DEL GIUDIZIO SULLA
PORTATA EFFETTIVA DELLA LIMITAZIONE DELLA FACOLTAE DI RECESSO DEL DATORE,
NELL AREA DELLA TUTELA REALE 563 SEZIONE IV II LICENZIAMENTO COLLETTIVO
12. LA QUESTIONE DEL CONTROLLO GIUDIZIALE DEI MOTIVI DEL LICENZIAMENTO
COLLETTIVO 565 13. LA TESI SECONDO CUI AL GIUDICE COMPETE SOLTANTO IL
CONTROLLO SULLA EF- FETTIVITAE DELLA SCELTA IMPRENDITORIALE SOTTESA AL
LICENZIAMENTO COLLETTIVO. 567 14. L APPLICAZIONE DEI CRITERI DI SCELTA
DEI LAVORATORI DA LICENZIARE 570 XRV INDICE SOMMARIO 15. I COSTI
PROCEDURALI E CONTRIBUTIVI COME FILTRO » DEL GIUSTIFICATO MOTIVO DI
LICENZIAMENTO COLLETTIVO 571 APPENDICE ANDREA ICHINO, PIETRO ICHINO,
MICHELE POLO, L INFLUENZA DELLE CONDIZIONI DEL MERCATO DEL LAVORO
REGIONALE SULLE DECISIONI DEI GIUDICI IN MATERIA DI LICENZIAMENTO 573 J.
HOULT VERKERKE, UN APPROCCIO DI LAW AND ECONOMICS ALLA QUESTIONE DELLA
LIBERTAE DI LICENZIAMENTO NEGLI STAU UNITI 597 BIBLIOGRAFIA 615
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